Contagio meningite e il difficile lavoro del medico

Buongiorno dottoressa,
vorrei esporle un dubbio che mi è sorto da ieri e cioè da quando ho portato la mia bimba che a giorni compirà un anno a visita dalla pediatra per il bilancio.
Premetto che la mia pediatra è a conoscenza che sono una mamma molto ansiosa e super attenta a farmaci etc, comunque, appena metto piede nello studio mi dice "avrà sentito la notizia" e io chiedo "quale notizia?" della bimba di.. e mi dice il paese.. In pratica è successo che una bimba di qualche mese è ricoverata in rianimazione per meningite, ma la cosa piu brutta in assoluto è che mi dice "il suo papa’ fa l’autista" e io.. E quindi? Lei crede che il papà abbia potuto contagiare la bimba? e lei "e dove l’ha presa, se no??" e io "e dove l’ha presa? Chi puo’ saperlo?" e lei annuisce… E poi "sì, vabbè, comunque un fattore di rischio c’è".
Mio marito ha un lavoro in proprio a contatto con il pubblico e io mi sono un allarmata; ora mi chiedo, è possibile che la contragga il padre (senza ammalarsi) e a sua volta contagi la figlioletta?
Poi l’ho avvertita che avevo ricevuto il richiamo per la terza dose di esavalente ma che avrei deciso di spostarla in primavera (marzo) e lei senza nemmeno chiedermi il motivo mi ha risposto che sì, non ci sono problemi..
Io avrei deciso di spostarla solo perchè la bimba ha ancora del catarro nelle alte vie che non se ne vuole andare e quindi preferirei fare il vaccino quando non ci sono più in giro catarro e starnuti.
Tornando al motivo della mail, non trovo giusto che una pediatra si comporti cosi.
Lei che ne pensa?
Grazie
Alessandra

Cara Alessandra,
ognuno di noi ha un proprio carattere, una propria personalità, un vissuto personale di un certo tipo, un modo del tutto unico di reagire agli avvenimenti e di esprimere il proprio modo di sentire e la responsabilità che sente come professionista. 
Un medico, come tutti, è prima di tutto un uomo (o una donna) con la propria sensibilità e le proprie debolezze che possono uscire fuori in ogni momento nonostante che da lui (o lei), legittimamente, ci si aspetti solo saggezza, sangue freddo, equilibrio, professionalità e lungimiranza. E’ il bello e nello stesso tempo il tremendo della medicina: non si può e non si deve sbagliare mai.
Il medico, inoltre, dovrebbe essere sempre un grande comunicatore: dovrebbe sempre sapere come dire le cose, come spiegare una malattia; dovrebbe insegnare una scala di valori, cosa è più importante fare e cosa meno.. Insomma, dovrebbe, non solo curare bene, ma anche insegnare bene. Dovrebbe, con la scusa di curare, saper insegnare la medicina ai suoi pazienti, fare educazione sanitaria sempre. Ma per essere autorevole e credibile dovrebbe sempre conoscere a menadito la sua disciplina: ogni paziente, che vada da lui per un controllo, un consiglio, una diagnosi o una cura, dovrebbe essere occasione e pretesto per una specie di lezione accademica sull’argomento di cui è portatore. Eppoi, il medico dovrebbe restare sempre umile, mai inorgoglirsi e cadere nella tentazione di sentenziare o di imporre una sua opinione o un suo giudizio. Ma per fare questo non basterebbero due vite, ti assicuro! Una per fare esperienza e per avere occasione di sbagliare, un’altra per riscattare gli errori commessi. Durante il periodo lavorativo, poi, la professione non sempre lascia il tempo per continuare a studiare e aggiornarsi, occupazione che dovrebbe durare tutta la vita, reincarnazioni incluse se vi fossero!
Tutto questo per dirti che anche un medico può sbagliare nell’esprimere un suo parere, una sua opinione. Allora, se il dubbio si genera, l’unica cosa da fare è incrementare la comunicazione e approfondire l’argomento in modo che entrambi gli interlocutori abbiano modo di chiarirsi reciprocamente le idee, e sarà buona cosa per entrambe.
Per rispondere più precisamente alla tua lettera ti dico: la bimba può aver contratto il meningococco in tanti modi.
I portatori sani di meningococco, soprattutto negli adulti, ma non solo, sono moltissimi.
A contagiare la piccola è sicuramente stato un portatore sano ma può essere stato chiunque: una baby-sitter, un fratello maggiore, anche la madre, che ne sappiamo? Certo il meningococco si contrae più facilmente quando si sta spesso a contatto con molte persone, è ovvio, è così per tutte le infezioni, soprattutto se trasmesse per via aerea, però basta un solo portatore, con carica batterica magari elevata, per diffondere la malattia.
E se la bimba in questione frequentava il nido? Potrebbe essere stata una educatrice o un altro bambino, non possiamo saperlo. Quando una cosa fa paura, vedi, ci sentiamo più confortati se troviamo un capro espiatorio sul quale addossare ogni colpa di quanto ci preoccupa, è stato così dalla notte dei tempi. Ma la paura non porta da nessuna parte e dobbiamo affrontare l’argomento con la giusta informazione facendo tutto quanto è necessario per prevenirlo e fronteggiarlo.
Attualmente, quella che, a mio avviso erroneamente, è stata chiamata epidemia di meningite, sembra in via di risoluzione. Da circa un mese non si verifica nessun nuovo caso di malattia nella provincia e nella regione dove si è sviluppato il piccolo focolaio epidemico e da più di una settimana, se non sbaglio, non si sono verificati nuovi casi in tutto il paese.
Quindi, vaccinare per il meningococco sì, ma senza la psicosi derivata dalle notizie di attualità. Durante i mesi invernali, poi, qualsiasi faringotonsillite anche non particolarmente febbrile o sintomatica, soprattutto se di un adulto o di un ragazzo grandicello che ha occasione di venire a contatto stretto con un bambino piccolo, che si suppone sia batterica e non virale, andrebbe approfondita con un tampone faringeo per germi patogeni, streptococco piogene e anche meningococco: il portatore sano o il soggetto malato senza segni di diffusione della malattia potrebbe così essere curato con terapia antibiotica idonea e dopo soli 2 giorni non essere più contagioso per gli altri.
E’ una responsabilità che ogni adulto dovrebbe sentire: controllarsi di più, andare più spesso a trovare il proprio medico anche in caso di malesseri giudicati non importanti. No, i medici di base non insorgano, non sto perorando la causa degli ipocondriaci, ma genericamente quella delle molto più numerose persone che per non perdere tempo, per volersi sentire sempre efficienti, perché si lasciano travolgere dagli impegni quotidiani, spesso e volentieri si trascurano e cedono alla tentazione dell’automedicazione.
Per quanto riguarda le vaccinazioni della tua bimba, sappi che un banale raffreddore senza febbre o soltanto un po’ di catarro non controindicano assolutamente le vaccinazioni: conviene quindi farle senza attendere troppo, altrimenti questi richiami che vuoi rimandare si accavalleranno con le altre vaccinazioni previste per il secondo anno di vita creando una inutile confusione, soprattutto se in questi mesi non hai fatto vaccinare la bimba contro pneumococco e meningococco, vaccinazioni che faresti bene a far fare alla piccola perché ancora molto valide nel secondo anno di vita.
Un caro saluto,
Daniela

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