Comportamenti strani

Gentile Dottoressa,
Le scrivo perchè ultimamente mia figlia Giulia si sta comportando in
modo molto strano.
Premetto che Giulia ha 3 anni e mezzo e suo fratello Simone 19 mesi.
Giulia 15 giorni fa si è infilata nell’orecchio un pezzetto di intonaco.
Siamo andati al p.s. e tale otorino mi dice "é una richiesta di attenzioni".
Ok, ci può stare, ma neanche tanto, trattandosi di Giulia.
Fosse successo a Simone avrei potuto ragionarci su, perchè è un po’ vero.
Giulia, proprio per una questione di gelosia, è sempre più seguita del fratello.
Per "seguita" intendo ascoltata, coccolata, si gioca insieme ecc ecc.
Ieri, dopo una giornata intensa per lei perchè dalla mattina abbiamo
addobbato l’albero che per lei é una novità, abbiamo cucinato dei biscotti
lasciando spazio alla sua creatività, siamo andati a spasso, e alla sera
prima di andare a letto cosa fa? Si infila un bottone nel naso!
Fortunatamente non era andato troppo in alto e mio marito è riuscito a
toglierlo con una pinzetta, ma in quel momento sono entrata in crisi io
come mamma.
Mi sono sentita sprofondare credendo che tutto quello che ho fatto, facendo
soprattutto riferimento alla bella giornata passata, fosse stato inutile, che tanto
lei fa lo stesso quello che vuole, pur conoscendone il rischio (visto i precedenti).
Io e mio marito lavoriamo tutto il giorno dal lunedì al venerdì. Lei va
all’asilo nei nostri orari di lavoro, di conseguenza all’uscita di solito ci siamo
noi, o al massimo sta dai nonni  mezz’ora prima del nostro arrivo.
Il resto della serata è con noi, attenzioni ne ha, a parer mio, e non poche.
Secondo lei è una situazione da tener sotto controllo?
La ringrazio.
Manuela

Cara Manuela,
come spesso succede, quando mi vengono posti quesiti di natura squisitamente psicologica, sono dispiaciuta di non essere in grado di fornire una risposta più esauriente di quanto vorrei visto che sono soltanto una pediatra. Possiamo però provare a ragionare: l’ipotesi di una maggior richiesta di attenzione è plausibile vista l’età e la presenza di un fratellino minore in età da imporsi non poco negli equilibri famigliari.
Sono certa che stai facendo di tutto per non farle pesare la riduzione di spazio che la piccola ha dovuto accettare da alcuni mesi a questa parte; so che una mamma non si divide in due quando arriva il secondo figlio ma si moltiplica e si raddoppia; sono certa che anche il papà attua gli stessi sforzi, ma il vissuto di una bimba di 3 anni e mezzo è pur sempre quello che per i genitori non è più il solo oggetto d’amore. Un po’ di sofferenza non può non esserci.
Poi, avendo superato i tre anni, la bimba sarà in pieno periodo edipico, con una particolare attrazione verso il papà; anche il papà ora si sta dividendo in due e magari, visto che il piccolo ora cammina e ha bisogno di molte attenzioni pratiche, visto che sarà anche discretamente pesante, immagino che il papà gli starà piuttosto vicino, lo prenderà in braccio spesso, se non altro per non farti affaticare troppo: questo la bimba non può non notarlo e forse, molte volte, vorrebbe essere lei tra le braccia del papà al posto del fratellino.
Così come può darsi che il piccolo, essendo maschietto, giochi un po’ più spesso col papà o che al papà venga un po’ più spontaneo giocare con il figlio dello stesso sesso. Formulo solo delle ipotesi, non vi conosco, non posso sapere.
La bimba, in questo periodo, più che di te, potrebbe essere gelosa del papà.
Un altro argomento sul quale riflettere è che a tre anni e mezzo, la fase del piacere orale, durante la quale tutto viene portato in bocca, è superata e restano altri orifizi da esplorare che prima non erano affatto tenuti in considerazione. Allora, spingere oggetti in profondità in qualche altro orifizio può equivalere al proseguire la scoperta del proprio corpo: quanto ci sia di equivalente sessuale nel riempire una cavità vuota con un corpo solido, francamente, nonostante l’ipotesi suggestiva, non saprei dirti. Ma comunque, se vogliamo classificare questi strani atteggiamenti come autolesionistici, sarebbero l’espressione di un disagio intimo della bimba, una frustrazione, una emozione che non riesce ad esternare, una energia e una rabbia che sfoga su di sé invece di riversarla sull’oggetto o la persona che le procura la frustrazione emotiva vissuta come ansia.
Francamente sono tutte ipotesi che sarebbe bene fossero avvallate o smentite da uno psicologo. Certo è che se esiste un malessere anche lieve ma che non riesce ad esprimere e a verbalizzare, non penso che il fatto di fare tante cose insieme a lei sia risolutivo. Si divertirà lì per lì e sarà distratta dall’occupazione ma continuerà a non esprimersi in merito al suo problema. Meglio tenersela vicino anche senza fare molto, cercando di farla parlare, di stimolare una semplice piccola conversazione, di cullarla come facevi quando era più piccola e, ripeto, cerca di esaminare con tuo marito se, in questo periodo, è la sua la figura più importante per la bimba: allora sarà lui a dover giocare con lei, a doverla coccolare rassicurandola sul fatto che è e resterà sempre la sua principessa preferita.
Un caro saluto,
Daniela

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