Come preparare una buona pappa

 

Salve,

penso proprio di avere un problema comune a molti, ma ahimé, il fatto che io son un po’ imbranata e poco sgamata in cucina, non mi aiuta.

Mio figlio ha sei mesi e giè dal quarto ho iniziato con lo svezzamento. Purtroppo però ogni volta è un cinema. Sembra che la tapioca o crema riso non gli piacciano (ne mangia metà piattino e poi aiuto…)

Vi prego, potete darmi un consiglio su come preparare le pappe per renderle più buone? Mi hanno consigliato di usare anche meno farine tapioca.

Grazie, Sabrina

Buone o meno buone è questione di gusti. Comunque, visto che il bimbo ha già compiuto sei mesi, potresti, non solo passare alla farina ai 5 cereali anziché sempre mais e tapioca e/o riso, oppure ai fiocchi di avena per cambiare ogni tanto e potresti anche passare al semolino da cuocere oppure precotto, come preferisci.

Di solito la pappa classica si prepara con circa 180 gr di brodo vegetale (carote, patate, zucchine, zucca, bieta, scarola, cuori di carciofo e, via via, tutte le verdure di stagione eccetto, ovviamente, pomodoro, melanzana, peperone e via discorrendo).

Le verdure vanno ben cotte, cioè anche più di un’ora, come per fare un buon minestrone e sono pronte quando il liquido di cottura si è ridotto a metà. Le verdure a pezzi si separano dal brodo filtrandolo e se ne mettono due buoni cucchiai nel frullatore o nel’omogeneizzatore assieme ad un po’ di brodo e il tutto, una volta frullato, si rimetterà nella scodella e sarà come una crema in quantità media di 150, 160 gr.

Se necessario si aggiunge poi un altro po’ di brodo vegetale e nella scodella si sciolgono dai due ai tre cucchiai di farina di cereali precotti di vario tipo, circa un vasetto di omogeneizzato di carne bianca oppure un liofilizzato, un cucchiaino di olio di oliva extra vergine e, volendo, un cucchiaino di parmigiano.

Se vuoi utilizzare semolino da cuocere, ne metterai un cucchiaio, un cucchiaio e mezzo a cuocere per una diecina di minuti nel brodo vegetale che può già contenere le verdure passate. La consistenza del tutto si aggiusta aggiungendo o diminuendo il brodo vegetale. Non si aggiunge sale.

Non vi sono altri modi speciali o miracolosi per preparare la minestrina, a meno che non vengano altri suggerimenti da mamme più esperte o fantasiose di me. Verso l’ottavo mese puoi introdurre i legumi nel brodo vegetale ma devono essere senza pelle e senza pelle trovi le lenticchie già decorticate.

All’inizio si aggiunge un cucchiaio di lenticchie nell’insieme delle verdure che formeranno il brodo vegetale, poi potranno essere cotte nell’acqua da sole o con poche altre verdure, passate e unite alle farine o alla  minestrina di piccolo formato.

La pappa così preparata va proposta con pazienza, rispettando gusti e ritmi del bimbo nel dare un cucchiaio dopo l’altro. Un minimo di cinema è indispensabile perché il momento del pasto costituisce soprattutto per il bimbo una occasione di profonda relazione con la mamma, non come quando succhiava al seno, certo e nemmeno quando prendeva il biberon tra le braccia di mamma, però, proprio per questo, tenuto seduto di fronte a chi lo alimenta dandogli la possibilità di guardare negli occhi la mamma o chi per lei per ricostituire in un certo senso, almeno con gli occhi, quel contatto stretto che ora non ha più, dandogli la possibilità di opporsi al cucchiaino quando non ha più fame  girando la testa da un lato, oppure quando la mamma vuole mettergli a tutti i costi un altro cucchiaino in bocca quando deve ancora deglutire completamente quello precedente, la relazione dovrebbe continuare ad essere vissuta.

A volte, quindi, non è tanto un problema di sapore dei cibi, che pure può influire visto che è decisamente diverso rispetto al latte, ma una questione di buona relazione, di buona comunicativa, di buona empatia. La mamma che lo sta alimentando non deve mostrarsi impaziente, nervosa, distratta, impositiva con quel cucchiaio sempre pieno che incombe inesorabilmente davanti al viso e alle labbra del bimbo, ma deve provare lo stesso piacere, la stessa emozione positiva di avere, in quei momenti, l’occasione di mettersi in relazione, in comunicazione con il proprio bimbo in un modo simbolico, attraverso il cibo che, per il bambino, non perde gli importanti significati che aveva quando succhiava il seno.

Nella preparazione della pappa ci vuole cuore più che arte culinaria perché il sapore parte da quel braccio che porge il cucchiaio colmo di cibo e dagli occhi che guardano e si pongono in ascolto del bimbo molto più che dal contenuto del cucchiaio stesso.

Un caro saluto, Daniela

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