Circonferenza cranica e ritardo nello sviluppo

 

Gentile Dottoressa,

ho una bimba di 8 mesi appena compiuti. Ieri,dietro consiglio della pediatra di base di mia figlia,sono stata presso un neurologo pediatrico perché la piccola non sembra dimostrare l’età che ha.

Per meglio dire, sembra una bimba che ora comincia ad "assaggiare" il mondo esterno; non afferra attivamente gli oggetti con una manipolazione da bimbo di 8 mesi, ma preferisce scoprirli con la bocca.

C’è da dire che la piccola è sempre stata molto pigra e dormigliona, sempre assecondata nel suo temperamento. Il neurologo ha detto che non si configura alcuna patologia sul piano neurologico. La bimba è solo molto tranquilla, ha dei tempi lenti e va stimolata di più.

L’unica preoccupazione, però,è la misura della circonferenza del suo cranio: 41 cm per un peso di 7.500 gr. Questo cranio, mi spiegava il neurologo, è piccolo. In realtà la  "fontanella" è sempre stata chiusa fin dai primi giorni post nascita.

Mi è stato spiegato che la crescita del cervello può non essere proporzionata a quella del cranio, creando così un serio problema. In tali casi è necessario un intervento chirurgico. Di cosa di tratta? Devo seriamente preoccuparmi? E a chi rivolgermi? Mi hanno detto che l’osteopata è una figura professionale molto importante in questi casi, perché stimola le ossa del cranio ad una maggiore elasticità. È vero secondo lei? Potrebbe rappresentare un’alternativa alla chirurgia?

La ringrazio in anticipo.

Effettivamente lo scarto tra il peso della bimba e la sua circonferenza cranica è evidente, ma per pronunciarmi dovrei conoscere la sua circonferenza cranica di nascita e l’incremento della stessa nel corso dei mesi, nonché la circonferenza cranica dei genitori.

Fatte queste valutazioni, bisogna dire che una fontanella non più palpabile non significa per forza fontanella ossificata perché anche dopo la scomparsa della fontanella alla palpazione, i margini ossei di cui è costituita non si saldano immediatamente tra loro ma persiste per alcuni mesi un velo di cartilagine di accrescimento che permette alle ossa craniche di continuare ad espandersi.

La ricostruzione chirurgica della fontanella è prassi comune quando si è in presenza di una craniostenosi accertata che impedirebbe il normale sviluppo del cervello e da questo punto di vista credo che l’osteopatia possa fare ben poco.

Per quanto riguarda l’osteopata: penso che tu confonda la plagiocefalia, cioè la tipica deformazione del cranio con la quale possono nascere certi bambini a causa di una alterata posizione assunta per molto tempo dal cranio del feto in utero, cranio di proporzioni e circonferenza normali ma deformato su un lato, allungato, ecc., che, al limite, potrebbe giovarsi dell’aiuto di un osteopata, dalla craniostenosi che comporta un deficit di sviluppo per il cervello del bambino con ben altre possibili conseguenze e che non ha altre soluzioni, quando necessario, che il trattamento chirurgico.

Esso è consigliato precocemente, quando necessario e precisamente tra il quarto e l’ottavo mese e questo per permettere al cervello in attivo e veloce accrescimento di continuare a svilupparsi correttamente e alla dura madre, che sarebbe lo strato esterno delle meningi, di rigenerarsi velocemente formando nuovo osso.

L’intervento deve, ovviamente, essere effettuato in un centro di neurochirurgia molto specializzato e competente perché è delicato ma permette al cranio di svilupparsi correttamente ed in modo armonico senza esiti in futuro e con un minimo impatto psicologico del bambino che è ancora molto piccolo per ricordarsi dell’evento.

Quindi il mio consiglio è di affidarti ad un buon centro di neurochirurgia pediatrica e di accettare quanto ti prospetterà. Con i pochi elementi che mi fornisci non posso, infatti, sapere se è opportuno un atteggiamento di attesa per qualche altro mese oppure se è opportuno che la decisione venga presa subito, visto che gli otto mesi sono una età al limite superiore di quella consigliata per l’intervento e non bisogna assolutamente perdere tempo in caso si decidesse per l’intervento.

Un caro saluto, Daniela

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