Bimbo di tre mesi reflussante e atopico

 

Gentile dottoressa,

il 7 luglio è nato il mio piccolo Andrea dopo un parto splendido, spontaneo, con sole tre ore di travaglio e cinque ore dalla rottura del sacco. Andrea pesava alla nascita 4.220 gr ed era lungo 55 cm.

In fase d’espulsione, ha sbattuto la testa contro il mio bacino, procurandosi un grosso ematoma, che gli occupava la metà del cranio, scomparso poi a tre settimane di vita.

In quel periodo, Andrea ha cominciato ad avere la dermatite seborroica, divenuta poi crosta lattea in testa e un po’ in faccia. Era agosto, faceva un caldo terribile e il bimbo ha iniziato a riempirsi di puntini rossi sparsi sul petto, sulle braccia e sul viso.

Abbiamo acquistato un condizionatore e la situazione è migliorata, il problema rientrato, salvo ripresentarsi a due mesi compiuti, un mese fa dunque.

Ho avuto modo di notare che il bimbo aveva la pelle irritata quando mangiavo il pomodoro, in periodo l’ho mangiato crudo, alcune volte. Poi forse anche con le pesche… e il pediatra mi disse di evitare latte e derivati.

In quei giorni  Andrea iniziò la cura per il reflusso, dopo un episodio di apnea, con Ranidil, 2 ml 2 volte al giorno, e Riopan gel, 2 ml 4 volte al giorno.

In concomitanza con ciò, siamo stati 18 giorni in vacanza dai miei genitori e lì la mia alimentazione è stata molto diversa dal solito (consumavo soprattutto pasta, prosciutto crudo, carne bovina, frutta estiva), poiché ho mangiato soprattutto pesce e in tre occasioni ho mangiato cozze, ovviamente cotte. Ho cominciato a bere latte di soia.

La dermatite di Andrea si è affacciata in questo periodo ed è stata terribile! Eczemi ovunque, tranne il sederino, i palmi delle mani e i piedini. Il pediatra di lì mi diede da dargli Bbentelan 0.5, mezza pasticca due volte al giorno, per tre giorni. Dopo due giorni di somministrazione, su consiglio del mio pediatra, ho fermato la cura.

Andrea sembrava essere meno arrossato, ma gli eczemi c’erano ancora e dopo un paio di giorni, sono tornati esattamente come prima.

In concomitanza con questo, ha perso 70 gr e quella settimana (10 giorni fa) la crescita è stata a 0. Il mio pediatra vuole che io pesi Andrea almeno due volte a settimana, per controllare che cresca.

Da allora, la dermatite è nettamente peggiorata, fino ad arrivare ad oggi, col bimbo in cura con Diprosone crema, 2 volte al giorno da due giorni. Domani dovrò interrompere il trattamento, ma la dermatite è assolutamente PEGGIORATA!

Com’è possibile che col cortisone non passi né migliori? In più sembra che come il bimbo tocchi il cortisone, scenda di peso! Ieri era il giorno della pesata settimanale, la mattina alle 7.30 era 7.240 gr, mentre ieri sera, dopo 12 ore e una applicazione di Diprosone, era già 7.200.

Sto andando in crisi, non so che fare! Questa sera, spogliandolo per il bagnetto (glielo faccio ogni due giorni circa, anche se ammetto che è dura resistere alla tentazione di lavarlo ogni giorno) ho visto che è tremendamente arrossato su tutto l’addome, con nuovi eczemi.

Questi eczemi nascono come chiazze più o meno estese, ovunque ormai, con bordino di puntini rossi e all’interno la pelle secchissima e giallognola. Mi è venuto il dubbio che possa non essere dermatite atopica, ma un fungo… è possibile?

In più, Andrea ha una spessissima crosta lattea in testa da quando è peggiorata questa dermatite.

Due giorni fa, per il reflusso, il gastroenterologo ha mutato la cura, dandogli Limpidex una volta al giorno.

Andrea era un bimbo vivacissimo e sereno, sorrideva sempre, dormiva un sonno sereno e tranquillo di notte, svegliandosi due o tre volte per poppare e subito si riaddormentava…

Adesso si lamenta di continuo, piange spesso, le poppate sono un incubo, si attacca e stacca, riesco a calmarlo un po’ col ciuccio, per poi sfilarlo e farlo attaccare al seno solo quando è più rilassato… e sempre più spesso vuole poppare solo dal suo seno preferito, il sinistro.

Di giorno si addormenta spesso, ma dopo 5/10 minuti è già sveglio. È oro colato se dorme 20 minuti di fila.

La sera, quando si addormenta, si sveglia almeno tre o quattro volte in un’ora, cominciando a piangere e contorcendosi poi anche nel sonno…

Per favore, mi aiuti a far stare meglio il mio bambino, non so più dove sbattere la testa…

La dermatite seborroica, o crosta lattea, non deve essere confusa con la dermatite atopica, anche se in alcuni bambini la prima può essere anche molto estesa e duratura o sostituita dalla seconda attorno al terzo mese di vita.

La dermatite seborroica si può manifestare sin dalla nascita e dipende, oltre che da una ereditarietà poligenica, cioè da fattori genetici che si individuano su più di un gene, quindi di difficile inquadramento (in famiglia vi può essere un soggetto con psoriasi o con vitiligine o con una malattia autoimmune come l’artrite, il lupus eritematoso sistemico, ecc.), da una particolare reazione cutanea del bambino ad ormoni materni trasmessi attraverso la placenta (essenzialmente progesterone) che il neonato non è in grado di metabolizzare a causa di una immaturità del suo sistema enzimatico epatico.

La dermatite seborroica non è assolutamente influenzata dall’alimentazione del bambino o, nel caso di allattamento materno, dall’alimentazione della madre, ma semmai da fattori esterni come calore eccessivo, umidità, indumenti sintetici, ecc., oppure aggravata dalla possibile presenza della candida albicans o, più raramente, di altri funghi, che possono non solo essere presenti sulla pelle, ma avere colonizzato l’intestino del neonato, magari per contaminazione al momento del parto inalando un po’ di liquido amniotico contaminato (la candida è frequente colonizzatore della vagina, specie in gravidanza).

Pertanto, se la dermatite in questione fosse soltanto dermatite seborroica grave e prolungata, potresti tu, mamma, capire se hai una colonizzazione di candida albicans (vagina, intestino) o se il bimbo ha questo lievito nel suo intestino.

Se così fosse, oltre alle terapie locali per ridurre le croste e le chiazze ipercheratosiche, si potrebbero somministrare fermenti lattici ad alte dosi al bimbo e se la mamma avesse la candida in vagina o nell’intestino dovrebbe adeguatamente curarla.

Per contrastare la sua moltiplicazione, inoltre, bisognerebbe che tu evitassi cibi dolci, aggiunte di zucchero negli alimenti, cibi lievitati e un eccesso di alimenti a base di grano perché, appunto, la candida si nutre e si moltiplica assumendo zuccheri.

Queste regole alimentari non hanno nulla a che vedere con una dieta ipoallergenica priva di latte vaccino o altri cibi allergizzanti, ma esclude, appunto, semplicemente un eccesso di zuccheri, specie se raffinati come dolci, ecc. e i cibi che hanno subito lievitazione come pane, ciambelloni vari, ecc.

Per alleviare il disagio del bimbo e il prurito che la dermatite procura, che può essere, oltre al reflusso, alla base dell’agitazione anche notturna del piccolo, il cortisone non sarebbe il rimedio più indicato, ma una adeguata gestione delle chiazze ipercheratosiche con prodotti a base di germe di grano, creme o oli emollienti a base di vitamina E e A, ossido di zinco ed eventualmente antimicotici o prodotti più specifici che solo un dermatologo esperto e capace può suggerire.

Se, invece, la dermatite del bimbo fosse con certezza diagnosticata come dermatite atopica, subentrata in un soggetto comunque predisposto, ala dermatite seborroica (la dermatite atopica non inizia mai sin dalla nascita ma dal terzo mese di vita in poi), benché anche in questo caso l’alimentazione del bimbo e della nutrice non avrebbero un ruolo principale, si può tentare di aggiustare l’alimentazione della mamma in senso ipoallergenico, eliminando, cioè, latte e latticini, incluso il latte di soia, pomodori, crostacei e molluschi, frutta secca, cioccolato, uova, agrumi, pesce e tutti i cibi confezionati che possono contenere coloranti o conservanti e il bimbo potrebbe, in questo caso si, giovarsi di terapie locali a base di cortisone per ridurre, nelle fasi di acuzie, i sintomi e le manifestazioni cutanee.

I problemi dermatologici dei bambini sono quasi sempre non solo di difficile interpretazione ma anche di difficile gestione, specie queste forme di dermatiti che sono comunque da considerarsi croniche con periodi di remissione e altri di riacutizzazione, in buona parte indipendenti dall’alimentazione o altro.

Pertanto io, come prima cosa, ti consiglio vivamente di rivolgerti ad un buon dermatologo con esperienza pediatrica, il quale saprà formulare una diagnosi certa della dermatite del piccolo e saprà, di conseguenza, consigliarti i prodotti più specifici ed indirizzarti sul da farsi.

Per quanto riguarda il peso del piccolo: io ho ripetuto all’infinito la mia viscerale antipatia per la bilancia che crea problemi molto più di quanto non ne elimini o chiarisca e non intendo dilungarmi di più su questo argomento, visto che una buona visita e un buon occhio clinico arricchiti dal buon senso possono sostituirla egregiamente e per quanto riguarda il reflusso, posso dirti che, ovviamente, la terapia è corretta ma non sono certa che l’agitazione del bimbo sia completamente da imputare al reflusso, visto che la dermatite, di per sé, è da sola molto fastidiosa lo stesso.

Io, qui di, non modificherei nulla nella terapia antireflusso ma sentirei il bisogno di un consiglio dermatologico qualificato.

Un caro saluto, Daniela

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