Allergia al latte e tosse

Gentile dottoressa,

dopo molte cure la pediatra le ha prescritto augmentin e bentelan, ma sul finire dell’antibiotico  e del bentelan aveva ripreso già a tossire, nonostante fosse a casa dalla materna e non fosse mai uscita, contemporaneamente ho finito il latte di Giulia (32 mesi), di solito uso il mukki piu di o il granarolo intero fresco… quindi essendoci la neve non sono uscita a comprarlo sicché le ho dato il latte di crescita che tengo di scorta mescolato però al latte parzialmente scremato a lunga conservazione che beviamo noi  o lo zymil perché temevo di restare senza quello di crescita, tipo ho fatto metà e metà o 60 e 40 (più di crescita e meno di quello uht) e Giulia non solo mattina e sera ne ha ricominciati a bere 250 con 6 biscotti (prima era sui 180) ma non ha più tossito  soprattutto di notte..
Secondo lei è possibile che dipenda dal latte?

Il 10 gennaio ha ripreso la materna dopo averla sospesa per il mese di dicembre, tempo 4 gg e ha ripreso il raffreddore e tosse (che sto curando coi lavaggi e grintuss) ma mi sembra una tosse diversa da quella che aveva avuto da ottobre a dicembre (consideri che le sto dando il latte di crescita alternato allo zymil o al parzialmente scremato a lunga conservazione).
Quindi è stato solo un caso o può essere?

Vista la stagione e la frequentazione dell’asilo nido, penso che il cambiamento del latte non abbia influito sui problemi alle vie respiratorie. In fondo i latti di crescita sono di derivazione vaccina a lunga conservazione come molti altri con l’aggiunta di vitamine e spesso ferro, sostanze che nulla hanno a che vedere con allergia o tosse.

Le infezioni virali alle vie respiratorie sono innumerevoli, specialmente in autunno inverno e specialmente nel periodo che precede l’ondata dell’influenza stagionale vera, che ci aspettiamo per fine gennaio. Pertanto, una bimba in età pre scolare che frequenta il nido ha ottime probabilità di ammalarsi a ripetizione, specialmente il primo anno di inserimento e nei mesi tra ottobre e marzo inoltrato e ogni volta la causa potrebbe essere, benché sempre virale, dovuta a virus differenti per i quali la piccola non ha ancora sviluppato immunità. Che l’allergia alle proteine vaccine così come, forse, ad altri alimenti possa manifestarsi oltre che con sintomi gastro intestinali anche con sintomi respiratori è risaputo, ma bisogna che tale allergia sia accertata, altrimenti la causa virale è di gran lunga più probabile.

Durante una infezione, poi, i bambini perdono l’appetito e non fanno in tempo a recuperarlo che si ammalano nuovamente: questo potrebbe essere l’unico motivo della inappetenza. Considerando l’età della bimba, penso che potrebbe tranquillamente passare al miglior latte fresco intero e non più a lunga conservazione da somministrare solo scaldato e non bollito e, qualora fosse necessaria una integrazione con ferro, accertata da analisi, tale elemento potrebbe essere dato separatamente, così come la vitamina D, almeno per i mesi poco soleggiati. In questo modo la bimba assumerebbe un alimento decisamente più nutriente, buono, saporito ed equilibrato rispetto ai latti a lunga conservazione o privi di lattosio. Questi ultimi vanno riservati ai casi di effettiva necessità ed è vero che la parziale denaturazione delle proteine indotte dall’alta temperatura alla quale viene sottoposto il latte a lunga conservazione riduce il suo potere allergizzante, ma se problemi di allergia non ci sono, non vi sono motivi per preferire il latte manipolato rispetto a quello fresco pastorizzato.

Un caro saluto, Daniela

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