Addormentamento a tre mesi

 

Buongiorno dottoressa!

Sono ancora io, coi miei mille dubbi! Allora, la mia bimba di tre mesi è abituata – per colpa mia e della mia stanchezza, lo ammetto – ad addormentarsi (la sera soltanto però) nel lettone, mentre la allatto da sdraiata.

Premessa: a me la cosa non dà fastidio e, anzi, mi piace tanto sentire il suo corpicino caldo contro il mio, ma c’è un ma: se cerco di essere lungimirante, è chiarissimo per me che questo metodo di addormentamento non va bene, per svariati motivi.

Il primo è che, così facendo, non rendo la bimba autonoma, ma dipendente da un aiuto esterno (il seno, il  calore della mamma) e non va bene.

Il secondo è che ho un altro bimbo di 2 anni che soffre di gelosia e non è giusto nei suoi confronti.

Il terzo, visto che la bimba non prende il ciuccio (non c’è verso, ne ho provati almeno una decina di forme e materiali diversi, ma nulla!!!), se mi vedo tra qualche mese, mi immagino già un ciuccio vivente, con la bimba  che fa mille risvegli notturni per cercare il seno, e non è ciò che voglio.

Insomma, questo addormentamento non va bene né per la bimba, né per la famiglia, né per me (anche se ora mi piace).

Ieri sera ho quindi deciso che, se pur a malincuore, devo dire basta. Inutile dire che stamattina ho delle occhiaie enormi, ma non ho ceduto.

Ieri sera l’ho messa nella sua culletta, standole vicino, urlava come una forsennata, col fatto che soffre di RGE ho sempre il dubbio che pianga per il male, allora la tiro su, la calmo e – appena soddisfatto il suo bisogno di coccole – la rimetto giù.

Avrò fatto su e giù 30 volte, ma non mi va di applicare Estivil su una bimba così piccola. Preferisco il metodo di Tracy Hogg. In fondo è solo un neonato, non lo fa apposta. Così alle 23.30 si è addormentata, e ha dormito di sasso fino alle 4, ora in cui si è svegliata, l’ho allattata (al seno) e ho cercato inutilmente di rimetterla giù.

Niente da fare. Ma non ho ceduto. Si è così riaddormentata nella sua culletta alle 6.30, per risvegliarsi, piangendo, alle 7.30, credo per fame o forse per sete (visto che dopo 3 ore di pianti in cui sudava tantissimo, poteva anche essere sete).

A quel punto mi sono alzata ed è finita la nottata.

Ora vorrei chiederle: è sbagliato quello che sto facendo? oggi ho dei sensi di colpa pazzeschi. Lo so, non ho mica ammazzato nessuno, ma forse pretendo troppo per i suoi soli 3 mesi? A tre mesi, può già aver preso un "vizio"? Ha ancora bisogno di me? O è meglio che impari ad addormentarsi subito da sola, soffrendo un po’ adesso, piuttosto che farlo più avanti?

E ancora: è nata a termine di 2,470kg, ieri ha fatto 13 settimane e pesa 5kg giusti, giusti, ovvero ha già più che raddoppiato il suo peso. A questo proposito le chiedo: posso levarle la poppata notturna? La bimba fa ancora sei pasti, cinque diurni e uno notturno, forse quest’ultimo non è più necessario? Magari in questo modo riesco a staccarla dalla dipendenza notturna al seno…

Ultima domanda: non prendendo il ciuccio, come posso toglierle la poppata notturna? Il primo figlio lo ingannavo col ciuccio, ma con la piccola come posso fare? Devo lasciarla urlare per ore, fino all’ora della prima poppata del mattino? Mi risulta un po’ difficile, visto che dormiamo tutti nella stessa stanza (purtroppo viviamo in un mini-appartamento) e il bimbo "grande" sta soffrendo già abbastanza per i pianti notturni della sorellina…

Insomma, scusi le mie domande e se salto di palo in frasca, ma sono morta di sonno e i miei figli e mio marito con me, e non so più se quello che faccio è giusto o sbagliato…

Non finirò mai di ringraziarla, i suoi consigli sono sempre validissimi e preziosi!

Con sincera stima, Eleonora.

La pace, più che in famiglia, la devi trovare in te stessa: smetti dipermettere ai tuoi sensi di colpa di tormentarti rendendoti insicura e sfinita, guarda bene in te stessa e cerca di capire se con questa seconda bimba hai le stesse energie e la stessa disponibilità che avevi col primo: se si, comportati come ti detta il cuore ancora per alcuni mesi, magari fino allo svezzamento, poi deciderai il da farsi.

Quando dico cuore, però, non parlo soltanto di istinto o di sentimenti, ma anche di ragione, di saggezza data dall’esperienza precedente, di equilibrio tra le esigenze della piccola e quelle di tuo marito e dell’altro bambino, nonché delle tue, inclusa una riflessione sulla vostra situazione ambientale attuale.

Se pensi che sia più semplice fare addormentare la bimba nel lettone per poi metterla nella sua culla o nel suo lettino quando dorme perché, così facendo, non solo non la fai piangere e non sveglia nessuno, ma non si sveglia neanche lei, adotta per un po’ questo sistema senza porti problemi particolari e senza pensare al futuro, almeno finché la bimba avrà necessità della poppata notturna.

È vero che dopo il terzo mese i bambini, di solito, riducono le loro poppate a cinque se prima ne facevano sei, ma non è detto che questo succeda per forza in tutti i bimbi e proprio allo scadere del terzo mese: dipende da quanto latte trovano al seno ad ogni poppata, dalle loro esigenze nutritive, dall’evoluzione dei loro cicli di sonno e così via.

Quindi non si possono prevedere schemi rigidi e la poppata notturna va lasciata, a volte, per qualche altro mese, a meno che tu non riesca ad allattare la bimba sei volte dalla mattina presto fino alla sera dopo cena, cioè ogni tre ore e mezzo. La poppata notturna non obbliga la madre a tenere la bimba sempre nel proprio letto: può allattare a letto, per comodità di entrambe, ma quando la bimba è addormentata, fosse anche per tre ore soltanto, può essere messa nella sua culla a fianco al lettone.

La tua bimba avrà bisogno di te per tanto e tanto tempo ancora ma piano, piano, verso i sei mesi, potrà tranquillamente imparare a dormire nel suo lettino: se riesci ad abituarla prima, tanto di guadagnato per te, ma altrimenti, fino al sesto mese non devi pensare di viziarla tenendola a lungo assieme a te.

Se il bimbo grande dimostra gelosia, tu gli potrai sempre dire che quando lui aveva la stessa età della sorellina tu ti comportavi con lui esattamente nella stessa maniera, ma fra poco la bimba sarà cresciuta e dovrà abituarsi anche lei a stare da sola, come tutti i bimbi grandi.

A questi ragionamenti affiancherai tanti momenti tutti assieme nel lettone, ma di mattina o durante il giorno e non di notte.

Se, però, ti senti particolarmente stanca e priva delle energie che avevi quando il bimbo era uno solo, non ti resta che fare crescere un po’ più in fretta la seconda, abituandola alla sua indipendenza con un certo anticipo.

Raggiungerai lo scopo dopo alcune notti di pianti, ma se non sei pronta ad affrontare tutto ciò, secondo me la cosa migliore è vivere giorno per giorno cercando il giusto compromesso ogni volta tra le esigenze di tutti i membri della famiglia messi assieme e quelle di ogni singolo, te compresa, convincendoti che, anche se sei madre, non per questo devi cancellare i tuoi diritti di persona, di donna, di moglie, ecc.

Quando una famiglia si allarga, perché continui ad esserci equilibrio e spazio sufficiente per tutti, è necessario e obbligatorio che tutti si stringano un po’ rinunciando ad una piccola esigenza per uno, nuovo nato compreso, che avrà il compito di capire un po’ prima degli altri come funziona il mondo.

E siccome questi equilibri famigliari sono complessi e sottili e richiedono l’abilità di un direttore d’orchestra per essere conservati, sappi che nel 90% dei casi, la bacchetta segnatempo è nelle mani della donna‑moglie-madre e non degli altri componenti della famiglia.

Un caro saluto, Daniela

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