A undici anni, vaccinare contro il papilloma virus?

Gentilissima Dottoressa,
questa volta mi rivolgo a lei per avere un suo punto di vista.
Sono la mamma di Diletta (11 anni e mezzo), abbiamo ricevuto dall’asl la lettera per poter vaccinare Diletta contro il papillomavirus.
Quando ho fatto la visita annuale dal mio Ginecologo  ho domandato cosa ne pensasse e lui mi ha detto che secondo lui era importante fare il vaccino, ma che era meglio che sentissi anche il parere del pediatra di Diletta.
Il pediatra ha detto che è una nostra scelta.
Ho parlato con le altre mamme e la maggior parte non sono d’accordo a vaccinare le bambine perché poi in ogni caso in futuro dovranno fare comunque il pap test.
Io sarei per vaccinarla ma visto che Lei è sempre così scrupolosa nei suoi giudizi, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensa, consiglia o no la vaccinazione?
Cari saluti
Alessandra

Cara Alessandra,
la vaccinazione contro il papilloma virus è recente, e anno dopo anno si arricchisce di sempre nuovi studi favorevoli alla sua diffusione di massa. I dubbi che alcune mamme e alcuni sanitari ancora sollevano dipendono essenzialmente dal fatto che poco più di sei anni di esperienza della vaccinazione non sono sufficienti per trarre conclusioni definitive sulla sua efficacia dato che dal momento di una prima infezione con il papilloma virus devono passare almeno 15-20 anni, se non di più, perché si manifesti, eventualmente, la lesione cancerosa: il tempo, appunto, che l’infezione si cronicizzi e le lesioni al collo dell’utero passino attraverso alcuni stadi precancerosi di gravità crescente. Attualmente, però, studi recentissimi, tendono a dirimere ogni dubbio in proposito. Oggi abbiamo finalmente le prove che il vaccino, se praticato in modo corretto e completo con le tre dosi prescritte, prima ancora che inizi l’attività sessuale delle ragazze alle quali viene praticato, è efficace al 90-100% nell’impedire la comparsa delle lesioni precancerose dei primi tre stadi di gravità.
Il vaccino, essendo recente, non può avere studi longitudinali di 20 anni per dimostrare l’abbattimento dei casi di cancro del collo dell’utero in donne che avevano contratto l’infezione da papilloma virus, ma studi longitudinali protrattisi per 5 anni hanno dimostrato l’assenza pressoché completa di lesioni fino al terzo stadio in donne vaccinate sessualmente attive, suscettibili, quindi, di contrarre l’hpv, contro una percentuale decisamente superiore di lesioni riscontrate in donne non vaccinate.
Per avere una idea più precisa: su circa 9000 donne vaccinate, solo tre, a distanza di 5 anni dal vaccino, hanno avuto lesioni di tipi pre canceroso ai primi stadi, mentre in un campione comprendente lo stesso numero di donne di pari età non vaccinate, il numero di soggetti che presentava lesioni infiammatorie di tipo pre canceroso dopo 5 anni dall’inizio dell’osservazione era, a secondo del tipo di lesione riscontrata, da 50 a più di 80 casi. È vero che non tutte le lesioni pre cancerose hanno come esito finale lo sviluppo di un carcinoma, però questi dati sono ritenuti molto significativi e devono spingere, senza alcun dubbio reciproco, a praticare a tutte le ragazze che si affacciano alla pubertà e non hanno ancora iniziato la loro attività sessuale, la vaccinazione antipapilloma virus, scegliendo – e anche qui non vi sono più dubbi sulla sua maggior efficacia – il vaccino tetravalente, comprendente 4 ceppi di papilloma virus, piuttosto che il vaccino bivalente, comprendente solo 2 ceppi.
Un caro saluto,
Daniela

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