Streptococco pyogene e scarlattina

Gentile Dott.ssa,
Le scrivo per parlarle del problema del mio bambino.

Ho letto tutte le innumerevoli risposte che ha già dato in base all’argomento ma non mi sembra di trovare una domanda simile alla mia.

Mio figlio, 4 anni e mezzo, è tornato dalla scuola materna come tutti i giorni e la mattina seguente, pronto per andarci ancora, ha cominciato a lamentarsi di un forte male alla gola, cosa molto strana visto che dalla sua nascita non ha mai avuto problemi alla gola ed è sempre stato negativo al tampone per la ricerca allo streptococco, che il pediatra gli aveva fatto fare l’anno scorso per una piccola febbre (37.5°) che aveva da giorni senza particolari sintomi.

Al mio controllo di mamma, la gola di mio figlio era evidentemente molto rossa.

Il bambino non ha avuto febbre però fino a tardo pomeriggio. Dopo circa due ore dall’inizio della febbre, mio figlio ha iniziato a riempirsi di puntini rossi pruriginosi e chiamando il pediatra è stata diagnosticata la scarlattina.

Il pediatra però mi ha consigliato di aspettare il risultato del tampone che è stato fatto il giorno dopo in un laboratorio, rassicurandomi sul fatto che anche se il tampone avesse dato risultato dopo alcuni giorni (essendoci il week end in mezzo), non sarebbe successo niente.

Ora, dopo cinque giorni pieni di attesa, in cui mio figlio comunque già dal secondo giorno non aveva più né la febbre, né il rush cutaneo caratteristico della scarlattina, né la gola rossa, ho ritirato il tampone finalmente e ho scoperto che mio figlio è positivo allo Streptococcus Pyogenes.

Il pediatra mi ha detto di iniziare l’amoxicillina per sospensione 5ml 3 volte al dì per 10 giorni.

La mia domanda è: se mio figlio sta apparentemente benissimo, non ha più febbre dal secondo giorno, non ha più rush cutanei e la gola é rosa da sembrare il sederino di un neonato, perché iniziare ad oggi (sesto giorno dai primi sintomi di scarlattina) una terapia antibiotica e poi tra l’altro per dieci giorni per ben 3 volte al giorno?

Mio figlio, tra l’altro, è un vomitatore abituale e l’unico antibiotico che ha dovuto prendere in vita sua (Augmentin), gli ha procurato parecchi effetti collaterali, tra cui il vomito e molta nausea con inappetenza molto forte, a tal punto che anche il pediatra mi aveva fatto sospendere l’antibiotico 2 giorni prima della fine della terapia.

La pericolosità di avere lo streptococco, rimane anche se il bambino non ha più i sintomi della malattia?

Può la scarlattina essere in via di guarigione da sola?

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla scarlattina senza antibiotici?

Se lo streptococco ha fatto o sta facendo dei danni seri, si vede subito in base a dei sintomi precisi o si potrebbe vedere nei mesi successivi?
Mi scusi per tutte queste domande ma sono molto preoccupata e confusa e siccome da domani mattina dovrei iniziare l’antibiotico (settimo giorno di malattia per mio figlio), vorrei essere sicura di non sbagliare visto che apparentemente il bambino sta molto bene.

Grazie
Roberta Edwards

 

Gli streptococchi sono e saranno sempre un rompicapo costante!

I sintomi presentati dal tuo bambino sono, ovviamente, suggestivi per una forma, sia pur leggera, di scarlattina, ma la presenza in gola di uno streptococco piogene non è sempre indice di conferma diagnostica che l’esantema è dovuto alla scarlattina: ci sono moltissimi portatori sani di streptococco piogene che non presentano nessun sintomo e altrettanti esantemi, anche fugaci, virali o di origine dubbia, che fanno pensare alla scarlattina ma non lo sono.

Normalmente la scarlattina si accompagna, oltre che a forte mal di gola e intenso eritema faringotonsillare, anche a lingua molto patinosa biancastra che si desquama e diventa a fragola in pochi giorni, a vomito e/nausea e mal di testa.

L’esantema comincia alla estremità degli arti per diffondersi velocemente a tutto il corpo risparmiando la zona attorno alle labbra e scompare al massimo in una settimana lasciando una più o meno intensa desquamazione della pelle tipo forfora.
Se non ha avuto tutti questi sintomi, pur presentando lo streptococco piogene in gola, non è sicurissimo che abbia contratto la scarlattina vera e propria.

La malattia, comunque, può guarire da sola in 7-8 gg senza esiti (i bambini guarivano anche in epoca pre-antibiotica, ovviamente!) e non procurare alcuna complicazione come può dare complicazioni anche dopo tre settimane tipo nefrite, artrite e cardite.
Le complicazioni che si possono manifestare più precocemente sono l’otite e la nefrite: ma non è obbligatorio che si verifichino anche se il bambino non è stato trattato con antibiotici.

Nel tuo caso, quindi, ci sarebbe da risolvere il dubbio se sia stata  o meno scarlattina anche in forma leggera e se la risposta è positiva, se ci si devono aspettare complicazioni.

Non essendo molto propensa ad attuare una copertura antibiotica anche tardiva, io ti consiglierei di ripetere il tampone faringeo per ricerca specifica di streptococco piogene e quantomeno di fare un esame urine completo per escludere che nelle urine vi sia la presenza di emazie o altre anomalie suggestive di nefrite post-streptococcica.

Per quanto riguarda le analisi del sangue, sarebbe stato meglio farle con la malattia in atto: in tal caso, un aumento significativo dei globuli bianchi, soprattutto neutrofili, un discreto aumento della VES e della proteina C reattiva, oltre all’aumento del titolo anti-streptolisinico, avrebbero fatto pensare ad una infezione batterica in atto e quindi il dubbio di una malattia virale simile alla scarlattina si sarebbe potuto scartare.

Farle ora avrebbe meno senso.

Allora, per risparmiare al bimbo un prelievo di sangue, almeno in prima battuta, io rifarei un tampone faringeo e un esame urine più un controllo dal pediatra per escludere un’otite e per verificare che non abbia un soffio al cuore. Altri eventuali accertamenti possono poi essere decisi in base alle risposte di queste analisi.

Quando, però, si scopre, anche in modo fortuito, un portatore, anche asintomatico, di streptococco, sarebbe bene valutare la carica batterica presente, cioè il numero di colonie di streptococco che si sviluppano dal tampone: più sono numerose più è opportuno un trattamento antibiotico, non solo per eliminare il germe dall’individuo portatore anche se non presenta sintomi manifesti di malattia, ma anche affinché il portatore di una forte carica batterica non sia più contagioso per la comunità, in quanto, appunto, la contagiosità è strettamente dipendente dal numero di streptococchi presenti.

Quindi, terapia antibiotica anche tardiva solo se tampone positivo, in particolare fortemente positivo o se si è in presenza di una qualsiasi complicazione o dubbio di complicazione.

Se l’ampicillina o l’amoxicillina non è tollerata dal bimbo ci sono altri antibiotici disponibili altrettanto efficaci da scegliere anche in base all’antibiogramma del tampone.
Un caro saluto,
Daniela

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.