Sangue vivo nelle feci: ragade anale?

Gentile Dott.ssa,

qualche tempo fa ho notato sangue nelle feci del mio bimbo e sulla carta igienica. Il pediatra ha detto che le cose divrebbero risolversi spontaneamente. Dopo un po’ di giorni il sangue non si è più presentato, e mi sono tranquillizzata. Oggi però, ho trovato di nuovo sangue e in maggiore quantità. Ho guardato il sederino e mi è sembrato leggermente lacerato (ma non sono sicura).

Il bimbo non si lamenta però nel momento della defecazione. Diciamo che non è regolarissimo, ma non ha le feci dure quando va di corpo. Sono un po’ preoccupata, cosa dovrei fare?

Grazie

Sangue dall’ano: ragade anale?

La prima cosa da fare è quella di fare visitare il bambino dal pediatra per verificare la presenza di una ragade anale che, dalla tua descrizione, sembra molto probabile anche se non provoca dolore durante la defecazione, oppure, anche se si tratta di evenienza rara nei bambini, di una emorroide sanguinante o di un prolasso rettale anche soltanto iniziale o che si manifesta solo durante la defecazione.

Sangue rosso vivo nelle feci e rimedi

Se una di queste ipotesi venisse accertata non sarebbe necessario procedere con altre indagini e basterebbe una terapia locale con pomate antinfiammatorie e/o antibiotiche che permettano una più veloce cicatrizzazione in caso di ragade unita ad una pulizia scrupolosa e ad una alimentazione corretta priva di alimenti irritanti e, al limite, blandamente lassativa.

Sangue nelle feci: quali indagini per approfondire

In mancanza di questi riscontri, bisognerebbe procedere con altre indagini volte a ricercare eventuali diverticoli o altre neoformazioni poste sulla mucosa della parte terminale dell’intestino con tendenza al sanguinamento. Quando si ritrova sangue rosso vivo assieme alle feci ma non commisto ad esse, cioè ben identificabile e non digerito, cioè che non ha assunto una colorazione marrone scuro, esso di solito è di provenienza dell’ultimissima parte dell’intestino e quasi sempre non preoccupante, ma è comunque opportuno verificarne con precisione l’origine per non rischiare di trascurare una qualche patologia più complessa.

Un caro saluto, Daniela

 

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