Raucedine bambino 10 mesi

Buonasera Dottoressa,
mi scusi se mi rivolgo a lei ma so che saprà aiutarmi. Mio figlio Diego, 10 mesi il prossimo 16 giugno, presenta da un paio di giorni una forte raucedine.
Il sintomo e’ associato a scarso appetito, irritabilità, tosse e stanchezza.
Non presenta febbre.
L’unico altro episodio che ho trattato dalla nascita è stato un forte raffreddore intorno ai 7 mesi che non ha necessitato di antibiotico ma solo lavaggi nasali frequenti, aerosol con fisiologica e Budexane per 3 giorni e tachipirina al bisogno.
Sono una mamma alle prime armi ed il nostro pediatra non è disponibile al momento.
Aggiungo soltanto, anche se non credo che sia di qualche importanza, che Diego è nato con una sepsi polmonare batterica, trattata immediatamente in patologia neo natale con 2 antibiotici per 8 giorni al termine dei quali l’evento si è risolto completamente.
Grazie infinite per la disponibilità’.
Elena

La raucedine o disfonìa è dovuta all’edema infiammatorio delle corde vocali che si trovano nella laringe, prolungamento, quest’ultima, del faringe dove si trovano, per intenderci, le tonsille. Quindi qualsiasi infiammazione o infezione alle prime vie respiratorie può, diffondendosi leggermente più in basso, verso laringe e trachea, interessare le corde vocali, provocare l’edema della mucosa che ricopre la loro parte muscolare e rendere difficoltosa la loro funzione. I maschietti sono più colpiti da laringite delle femmine, i virus sono più frequentemente responsabili dell’infezione rispetto ai batteri, in inverno si tratta dei virus influenzali e parainfluenzali ma molti altri possono esserne la causa. In mancanza di febbre , di tosse secca caratteristica, cioè simile al verso della foca, di difficoltà respiratoria durante l’inspirazione, la terapia può limitarsi a fare respirare al bambino vapore tiepido e aria ambientale molto umidificata. Se, in questo modo, la sintomatologìa, che può comunque essere piuttosto lunga, dovesse prolungarsi, si può associare ai vapori umidi un aereosol con cortisone associando molti liquidi da dare da bere con pazienza perché la loro assunzione abbondante e frequente durante la giornata favorisce la fluidificazione del muco che può prodursi in una fase successiva dell’infezione. Qualche volta sono i bambini che soffrono di reflusso gastro esofageo ad essere più frequentemente soggetti a laringotracheiti a causa dell’irritazione che le minime quantità di cibo risalite in faringe possono sviluppare nelle strutture limitrofe. Se la raucedine, pur prolungandosi nei giorni, continua ad essere un sintomo isolato non associato a malessere più importante e soprattutto a febbre e/o forte difficoltà respiratoria – più precisamente inspiratoria – non penso sia necessaria altra terapia; in caso contrario, sempre dopo una visita, se insorgessero febbre medio alta e stridore inspiratorio, specialmente notturno, soprattutto associato a fame d’aria, pallore o, peggio ancora, cianosi, sarebbe necessaria una terapia antinfiammatoria ad effetto più immediato, come l’adrenalina, da somministrarsi solo in ambiente ospedaliero. Ma si tratterebbe, in questo caso, di laringite acuta o di laringite ipoglottica o di laringospasmo acuto. Non mi sembra questo il tuo caso. Con un bambino in queste condizioni, sarebbe tassativamente vietato il fumo di sigaretta in casa. Non vedo nessun apparente legame con la laringite attuale e la broncopolmonite neonatale benché bisogna dire che spesso la prima malattia che un bambino contrae nel corso del suo primo anno di vita può rendere l’organo colpito più facilmente aggredibile da patologie ricorrenti analoghe. Scarso appetito, irritabilità e tosse sono compatibili con una laringite ma, data l’età, i primi due sintomi possono anche essere associati alla dentizione, immagino, in corso.

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