Alimentazione monotona a due anni

Gentilissima Dottoressa,

Le scrivo per esporle un problema. Ho una bimba di venticinque mesi (peso 12 kg, altezza nella media) sana e vivacissima. Da quando ha circa 12 mesi ha avuto un rifiuto nei confronti del cibo (mai stata una grande mangiona) e ha iniziato a rifiutare tutto ciò che le veniva proposto e che prima mangiava, tranne i seguenti alimenti:pasta bianca (solo con olio no parmigiano) wurstel di pollo lessato, prosciutto cotto,formaggini mio, pane e focaccia. la mattina beve latte, biscotto e nel latte un vasetto di pera frullata
Nessuno riesce a proporle qualcosa di diverso da queste quattro cose, nemmeno se molto affamata,ed è passato più di un anno.
Può immaginare che il momento del pranzo e della  cena è diventato scoraggiante e disarmante per tutti, che ormai ci vergognamo a preparare questi piatti che non possono nemmeno essere definiti tali. Come dobbiamo fare? Mio marito dice di non darle più da mangiare sino a quando accetterà qualcosa di diverso (anche banalmente una pasta col sugo o un purè)io invece non resisto, e dopo una o due ore dalla mancata cena cedo e le dò qualcosa.
Vorrei conoscere il comportamento corretto da adottare per il benessere della bambina.
La ringrazio di cuore

Gli atteggiamenti di contrapposizione tra due parti non sono mai produttivi né fecondi, lo si può notare in politica come in qualsiasi altra situazione, ma non portano lontano nemmeno atteggiamenti ambivalenti, poco coerenti e troppo permissivi. Pertanto credo che nel tuo caso, che non è affatto diverso da migliaia di altri di bambini di questa età, bisogna imparare sia a fare politica che ad essere coerenti. Fare politica significa sedersi a tavolino e, dopo avere espresso chiaramente il proprio pensiero, imparare ad ascoltare anche le ragioni della controparte, pronti a modificare un po’ il tiro se queste ragioni vengono considerate legittime o comunque attuabili, cioè se vanno nella direzione del bene di chi le esprime, ma pronti anche a mantenere con fermezza le proprie posizioni se dopo una attenta disanima si giudicano ragionevoli e positive, sempre per il bene comune.

Nel tuo caso le ragioni della controparte da poter accettare e rispettare sono, per esempio, il desiderio di mangiare "in bianco", cioè pasta con olio e parmigiano: piatto semplice, nutriente e digeribile. Inutile quindi accanirsi tutti i giorni per modificare questo desiderio visto che è innocuo e che sicuramente sarà relativamente transitorio, così come non vedo nulla di male nel dare alla bimba focaccia o latte con biscotti e frutta, visto che si tratta di alimenti che comunque fanno parte dell’alimentazione quotidiana della stragrande maggioranza dei bambini – e non solo – anche quando non sono di gusti difficili.

Diverso è il caso dei wurstel o del prosciutto, che sono buoni alimenti ma devono essere variati e alternati con pesce, legumi, ecc. Naturalmente esiste il problema frutta e verdure, che non devono mai mancare nell’alimentazione quotidiana e anzi devono essere assunti più volte al giorno. La politica consiste quindi nel fare accettare alla piccola, non tanto la pasta o il riso conditi diversamente da olio e parmigiano, quanto altri tipi di pietanza oltre a wurstel, ecc. e per fare questo ogni mamma dovrebbe inventarsi il suo stratagemma, o mascherandoli sotto forma di polpette nelle quali wurstel e un altro tipo di carne saranno mischiati assieme, magari unendo verdure, oppure dando il secondo prima del primo piatto, oppure con un piccolo ricatto tipo: se mangi questo poi ti regalerò ecc. ecc. – metodo da usare solo ogni tanto – oppure non sostituendo un piatto rifiutato con un altro preteso dalla bambina – come suggerito da tuo marito – e così via.

Ricorda che una cena saltata ogni tanto non ha mai compromesso la salute di nessuno e quando il rifiuto di un cibo è dovuto a capriccio è un sistema piuttosto efficace, mentre quando il rifiuto dipende da una vera e propria idiosincrasia verso quell’alimento, il digiuno non sarà efficace e il bambino continuerà a rifiutarlo, così sarà un modo per capire realmente dove inizia il capriccio e dove, invece, si può dare credito al bambino. L’atteggiamento corretto è quindi quello di non vivere i gusti restrittivi della bambina a questa età come un problema ansiogeno, di rasserenarsi e con uno stato d’animo tranquillo e anche un po’ scanzonato, ma comunque non ansioso, cominciare ad avvicinare la bimba ad un modo di alimentarsi uguale a quello degli altri componenti della famiglia, non solo pretendendo che la piccola sia la sola ad adeguarsi ma, magari, ogni tanto, preparando una salutare pasta olio e parmigiano anche per voi genitori oppure un bel piatto unico dove prenderanno posto vari mucchietti sia di pasta o di riso che di verdure gratinate, puré, wurstel e così via… una specie di piatto globalizzato che possa incontrare i gusti di tutti e dove tutti saranno liberi di assaggiare quello che vogliono.

Anche abituare la bimba a mangiare a tavola assieme a voi può essere un buon sistema così come, ovviamente, l’inserimento al nido in modo che possa consumare i pasti assieme ai suoi coetanei, facendola sedere a fianco ad un bambino dai gusti più semplici e dall’appetito robusto. Naturalmente anche un sano appetito aiuta ad accettare di tutto, quindi bisognerebbe bandire dolci e fuori pasto di qualsiasi tipo e regolare bene l’alimentazione della bimba.

Un caro saluto, Daniela

 

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