Vi racconto una storia, anzi due...
Vi racconto una storia, anzi due...
Vi racconto una storia, anzi due, sperando che possano essere utili a qualche mamma che ha paura, che dubita di se stessa, che crede di non potercela fare.
Era il 19 marzo 1992 quando, dopo 15 giorni passati tra incubatrice e lettino nel reparto T.I
Del Bambino Gesù, portai finalmente a casa mia figlia.
Dismatura, 38 settimane, una cosina che alla nascita pesava appena Kg. 1,870, con lievi problemi di glicemia probabilmente dovuti anche al parto non esattamente facile.
Mi consegnarono un fagottino al quale andavano larghe anche le tutine tg. 1 mese,
alle dimissioni pesava Kg. 2,400.
Il braccialetto identificativo a lei lo misero alla caviglia, era troppo grande per il suo polso.
Uno scricciolo che non aveva conosciuto null’altro che il mini-biberon che le davano le infermiere del reparto. Potevo vederla per mezz’ora al giorno e per la prima settimana solo attraverso il vetro della culletta con il permesso di infilare una mano attraverso l’oblò.
Le davano il latte che con tanta fatica, usando il vecchio e odiato tiralatte a siringa, riuscivo a tirarmi.
Quel giorno, quello delle dimissioni, lo ricordo come uno dei giorni più felici e insieme angosciosi della mia vita.
Arriviamo a casa e crolliamo esausti in tre sul letto.
Lei si sveglia e piange, ha fame.
L’attacco e non sa come si fa, non lo ha mai fatto. Proprio come me.
Io ho paura, tanta, ma insisto, insisto, insisto… ogni 10 minuti, per un giorno ed una notte intera.
Poche gocce per volta, poi per due minuti, poi non piange più, poi mi cerca, e poi si abbandona serena… è andata!
Mi ero data il limite di 24 ore per arrendermi e passare al LA.
Quasi 8 anni dopo…
Porto a casa mio figlio dopo 10 giorni passati come la sorella.
Nato anche lui dismaturo, uno scricciolo ancora più piccino, solo Kg. 1,780.
Anche per lui lo stesso dolore di non poterlo avere subito con me e di non poterlo nutrire.
A casa insieme, io e un uccellino che pesava solo due kg. ma ero diventata più forte, sapevo
di potermi e dovermi affidare al nostro istinto.
Sono consapevole che, pur volendolo con tutte le forze e facendo del proprio meglio, a volte la volontà può non bastare e allora bando ai sensi di colpa, non si è meno mamme se si da il L.A.
Ps. La bilancia è stata bandita da casa dopo soli 3 giorni.
Era il 19 marzo 1992 quando, dopo 15 giorni passati tra incubatrice e lettino nel reparto T.I
Del Bambino Gesù, portai finalmente a casa mia figlia.
Dismatura, 38 settimane, una cosina che alla nascita pesava appena Kg. 1,870, con lievi problemi di glicemia probabilmente dovuti anche al parto non esattamente facile.
Mi consegnarono un fagottino al quale andavano larghe anche le tutine tg. 1 mese,
alle dimissioni pesava Kg. 2,400.
Il braccialetto identificativo a lei lo misero alla caviglia, era troppo grande per il suo polso.
Uno scricciolo che non aveva conosciuto null’altro che il mini-biberon che le davano le infermiere del reparto. Potevo vederla per mezz’ora al giorno e per la prima settimana solo attraverso il vetro della culletta con il permesso di infilare una mano attraverso l’oblò.
Le davano il latte che con tanta fatica, usando il vecchio e odiato tiralatte a siringa, riuscivo a tirarmi.
Quel giorno, quello delle dimissioni, lo ricordo come uno dei giorni più felici e insieme angosciosi della mia vita.
Arriviamo a casa e crolliamo esausti in tre sul letto.
Lei si sveglia e piange, ha fame.
L’attacco e non sa come si fa, non lo ha mai fatto. Proprio come me.
Io ho paura, tanta, ma insisto, insisto, insisto… ogni 10 minuti, per un giorno ed una notte intera.
Poche gocce per volta, poi per due minuti, poi non piange più, poi mi cerca, e poi si abbandona serena… è andata!
Mi ero data il limite di 24 ore per arrendermi e passare al LA.
Quasi 8 anni dopo…
Porto a casa mio figlio dopo 10 giorni passati come la sorella.
Nato anche lui dismaturo, uno scricciolo ancora più piccino, solo Kg. 1,780.
Anche per lui lo stesso dolore di non poterlo avere subito con me e di non poterlo nutrire.
A casa insieme, io e un uccellino che pesava solo due kg. ma ero diventata più forte, sapevo
di potermi e dovermi affidare al nostro istinto.
Sono consapevole che, pur volendolo con tutte le forze e facendo del proprio meglio, a volte la volontà può non bastare e allora bando ai sensi di colpa, non si è meno mamme se si da il L.A.
Ps. La bilancia è stata bandita da casa dopo soli 3 giorni.
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
e che storie!
grazie Clà.
grazie Clà.
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
Grazie per queste belle storie. :bacio:
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
Sei stata fortissima claudia!! Anche i tuoi piccolini!
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
No Franz, ho fatto solo quello che tutte le madri sono in grado di fare.Franz ha scritto:Sei stata fortissima claudia!! Anche i tuoi piccolini!
E, anche in condizioni normali, se si da loro una mano è tutto meno difficile.
Ce ne vuole a chiamarli piccolini ora :occhioni:
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
Questa storia la conoscevo già, ma grazie per la condivisione cla.
È molto importante che le neo mamme siano informate, che ce la possono fare anche se tutto sembra perduto.
Un bacio tesoro.
È molto importante che le neo mamme siano informate, che ce la possono fare anche se tutto sembra perduto.
Un bacio tesoro.
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
due figli uguali ma diversi. una mamma che prova la stessa strada che prende però direzioni diverse.
Senza sensi di colpa, sapendo di aver fatto il possibile per lei e per i suoi figli.
Grazie Claudia
Senza sensi di colpa, sapendo di aver fatto il possibile per lei e per i suoi figli.
Grazie Claudia
Re: Vi racconto una storia, anzi due...
Grazie per aver condiviso con noi, Claudia!