I metodi naturali per individuare il periodo fertile

adamoevaI metodi naturali rappresentano un sistema di regolazione della fertilità femminile basato essenzialmente sull’osservazione e registrazione di segni (marker) indicatori del periodo fertile.
Questi segni di fertilità riflettono la normale sequenza dei cambiamenti ormonali che caratterizzano il ciclo mestruale.
Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si tratta di “metodi che si basano sulla conoscenza dei processi biologici per cui una gravidanza può essere ricercata o evitata grazie all’osservazione dei segni e dei sintomi della fase fertile del ciclo mestruale. Quando si vuole evitare una gravidanza ci si deve astenere dai rapporti sessuali durante la fase fertile del ciclo, quando la si ricerca si possono utilizzare con precisione i giorni fecondi”.


E’ infatti possibile arrivare ad individuare il momento dell’ovulazione in ogni donna osservando i cambiamenti ciclici di alcuni segnali particolari rappresentati dalla temperatura basale, dal muco cervicale e dalle modificazioni che interessano la cervice uterina.

I principali metodi di individuazione della fase fertile del ciclo mestruale, riconosciuti come scientificamente validi ed efficaci, sono il Metodo dell’Ovulazione Billings e il Metodo Sintotermico. Non essendo fondati su calcoli di probabilità (come il vecchio Metodo del Ritmo conosciuto anche come Metodo di Ogino-Knauss), questi metodi non richiedono che i cicli siano regolari, ma possono essere applicati in ogni circostanza della vita riproduttiva della donna (anche in cicli irregolari, durante l’allattamento al seno, in premenopausa, dopo la sospensione dei contraccettivi orali…). E’ sempre importante ricordare comunque che basandosi sulla precisa conoscenza della fisiologia riproduttiva, l’efficacia dei metodi naturali è fortemente condizionata dalla capacità acquisita dalla donna di riconoscere i vari sintomi, perciò tali metodi devono essere correttamente insegnati, e soprattutto correttamente appresi e applicati. Richiedono inoltre una buona motivazione per l’uso e una continua costanza nell’osservazione che deve essere attenta e quotidiana per cogliere i segni e i sintomi di fertilità.
Il modo migliore per imparare i metodi naturali è rivolgersi ad un insegnante qualificato. Vi sono insegnanti abilitati all’insegnamento del Metodo Billings ed altri abilitati all’insegnamento del Metodo Sintotermico. Presso i centri di insegnamento dei Metodi Naturali è possibile richiedere una consulenza individuale o di coppia per l’insegnamento dell’uno o dell’altro metodo.
Qui di seguito verrà riportata una breve descrizione del Metodo Billings e del Metodo Sintotermico e dei principi biologici su cui sono basati. Questa breve rassegna ha un puro intento informativo e nessuna pretesa di insegnamento, che richiede una più accurata preparazione affidata ad un insegnante qualificato e diplomato.

MucoMetodo Billings
Questo metodo si basa sulla rilevazione e l’osservazione quotidiana del muco cervicale prodotto dal collo dell’utero, uno dei sintomi fondamentali della fertilità femminile. Il muco cervicale è un fluido prodotto dalle cellule mucose della cervice uterina (la parte terminale dell’utero che si estende nella vagina), è presente in vagina ma ravvisabile anche sui genitali esterni. La consistenza (viscosità) di questo muco varia durante le fasi del ciclo mestruale, ed è quindi possibile individuare l’inizio della fertilità femminile attraverso l’osservazione del muco cervicale. Qualche giorno prima dell’ovulazione gli stessi ormoni estrogeni, che fanno maturare l’ovulo, provocano la secrezione del muco cervicale. Questo fluido ha la funzione di nutrire gli spermatozoi e di facilitare la loro sopravvivenza e la loro risalita verso l’utero. L’aspetto, la consistenza e la quantità cambiano in rapporto al cambiamento dei livelli degli estrogeni nel sangue. La donna può riconoscere con facilità la presenza e i cambiamenti del muco cervicale, non solo mediante una semplice rilevazione visiva, ma anche e soprattutto attraverso le caratteristiche sensazioni prodotte dal muco stesso a livello vulvare.
Nella prima parte del ciclo (fase follicolare) la sterilità (dovuta all’assenza dell’ovocita che è ancora in fase di maturazione nell’ovaia) è determinata dal cosiddetto Quadro Non Fertile di Base (Q.N.F.B.), un insieme di caratteristiche relative alle sensazioni prodotte dalla assenza o scarsa presenza del muco cervicale, dalla sua consistenza, dal suo odore, specifici e peculiari per ogni singola donna. È la donna stessa che deve imparare a riconoscere tale quadro con l’aiuto di una insegnante del Metodo diplomata. Quando si avvicina il momento dell’ovulazione (nei 3-5 giorni che la precedono), il Q.N.F.B. comincia a variare, e inizia la fase fertile che si protrae fino al terzo giorno completo dopo il picco del sintomo del muco (per “picco” si intende l’ultimo giorno in cui il sintomo del muco si manifesta anche con una sola caratteristica di alta fertilità: sensazione di bagnato/lubrificato, trasparenza, adesività tanto da risultare “filante”, preceduto da una crescita e da sviluppo regolare del sintomo stesso).
Dal quarto giorno dopo il picco, inizia la sterilità post-ovulatoria (dovuta a questo punto alla degenerazione dell’ovocita emesso dall’ovaia) che si protrae fino alla mestruazione successiva.
Riconoscere l’andamento del sintomo del muco è molto semplice: basta osservare e registrare quotidianamente le osservazioni fatte nel corso della giornata su apposita scheda (Figura 3).
Il Metodo Billings consente dunque l’identificazione positiva della infertilità preovulatoria e si rivela perciò di particolare utilità in tutte le situazioni in cui l’ovulazione si verifica con molto ritardo o manca del tutto. Inoltre evidenziando il giorno di massima fertilità del ciclo, può essere di grande aiuto anche per le coppie che ricercano la gravidanza.

billing 

 


Metodo Sintotermico

Questo metodo si basa sulla combinazione dei vari segni di fertilità: il muco cervicale, la temperatura basale e le modificazioni della cervice uterina. La donna deve quindi osservare tutti questi indicatori e registrarne le variazioni su un’apposita scheda. Attraverso tale scheda giorno per giorno è possibile individuare l’andamento del muco, della temperatura e della cervice uterina.
Essendo diversi i segni che il metodo prende in esame, l’uno aiuta l’interpretazione dell’altro così che la donna può avere a disposizione almeno due segni per identificare l’inizio della fertilità ed almeno due per individuarne la fine.
Il periodo fertile secondo il metodo inizia il giorno della prima comparsa di muco sui genitali esterni. Durante tale giorno sono solitamente ravvisabili anche le prime modificazioni della cervice uterina La cervice uterina come detto sopra è la parte terminale dell’utero, viene infatti più comunemente denominata “collo dell’utero” ed è posizionata nella parte alta della vagina. Essa presenta una apertura centrale (orifizio cervicale) attraverso cui passa il flusso di sangue mestruale dall’utero e attraverso cui passano gli spermatozoi nel loro percorso verso l’utero. La cervice, sotto lo stimolo degli estrogeni, subisce durante il ciclo mestruale modificazioni di consistenza, posizione e apertura, adatte a favorire il passaggio degli spermatozoi. All’inizio del periodo fertile diventa più soffice, più alta e dall’orifizio un po’ più aperto rispetto al giorno precedente di sterilità. Nei giorni successivi sia il muco cervicale sia la cervice uterina subiscono modificazioni graduali fino a raggiungere un quadro di piena fertilità: il muco si presenta particolarmente fluido, trasparente e filante, e la cervice uterina diviene particolarmente soffice, molto alta in vagina e del tutto aperta. Il giorno in cui sia il muco che la cervice presentano queste caratteristiche, è considerato il giorno del picco dei sintomi, ossia il giorno di massima fertilità, quello più prossimo all’ovulazione.
basaleLa temperatura basale (cioè la temperatura corporea misurata al risveglio prima di alzarsi dal letto) misurata dalla donna ogni giorno presenta, fino al giorno del picco degli altri due segni, un andamento basso. Anche questo parametro infatti subisce nella donna delle modificazioni legate al ciclo mestruale: per tutta la fase follicolare la temperatura basale mantiene un valore costante di qualche decimo di grado più basso rispetto alla fase ovulatoria e immediatamente post-ovulatoria. Il progesterone, l’ormone prodotto dal corpo luteo, è il principale responsabile dell’innalzamento della temperatura basale nella fase post-ovulatoria. È subito dopo il giorno del picco che solitamente si innalza di almeno un decimo di grado e rimane alta fino al giorno in cui compare la mestruazione successiva. Dopo tre giorni di temperatura alta, successivi al giorno del picco degli altri sintomi, si considera terminato il periodo fertile. Individuando quindi l’inizio e la fine del periodo fertile attraverso l’interpretazione combinata dei segni e sintomi di fertilità, è possibile per le coppie che desiderino una gravidanza concentrare i rapporti nei giorni di massima fertilità per facilitare il concepimento. Le coppia invece che desiderano evitare o rinviare una gravidanza divengono consapevoli che in tale periodo devono o astenersi dai rapporti sessuali o prendere altri tipi di precauzioni anticoncezionali.




Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.