Amniocentesi addio: le anomalie genetiche verranno rilevate da un’analisi del sangue

Molto presto le donne in gravidanza non dovranno più essere sottoposte allo stress psicologico di dover affrontare l’amniocentesi (prelievo di liquido amniotico dalla cavità uterina) per accertarsi che il feto sia a rischio anomalie genetiche: in futuro basterà un prelievo di sangue e delle semplici analisi.
Questa nuova tecnica sta per essere perfezionata grazie ad uno strumento chiamato “Deparray”, realizzato a Bologna e brevettato dalla società emiliana Silicon Biosystems, del gruppo toscano Menarini.
Amniocentesi pancia
L’apparecchio consente di esaminare cellule rare e svelarne le caratteristiche come appunto la presenza di anomalie genetiche.
L’apparecchio potrà essere utilizzato anche su persone colpite dal tumore, la sperimentazione è stata effettuata a Singapore, dove è stata sviluppata l’idea di Gianni Medoro, giovane bioingegnere, che per realizzare la sua intuizione ha lavorato insieme al più esperto collega Nicolò Manaresi.
Duecentocinquanta ricercatori di 26 differenti paesi diversi, con  a capo l’immunologa Paola Castagnoli, lavorano da sette anni alla sperimentazione  di quello che nel 2017 potrebbe essere lo strumento che manderà in pensione l’esame dell’amniocentesi.
Tra due anni l’analisi potrebbe essere di routine, fino al allora le trenta macchine sparse per il mondo (8 in Italia) continueranno a lavorare per la ricerca.
L’obiettivo amniocentesi è alla base dell’intesa che verrà siglata nei prossimi giorni a Singapore tra l’azienda di Firenze e Sign (Singapore Immunology Network) centro di immunologia a Biopolis, città della biomedicina realizzata da A Star, l’Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca di Singapore.
Questa pratica riescirebbe anche a diagnosticare altre 85 malattie genetiche senza arrecare nessun danno nè alla mamma nè al bambino.
Attualmente i costi di questo macchinario sono ancora alti, si parla di circa 350000 euro. Solo trenta centri diagnostici nel mondo lo possiedono, ed il suo utilizzo è per lo più confinato all’oncologia: il macchinario, attraverso un semplice prelievo di sangue è in grado di seguire l’evoluzione del tumore, studiando le cellule cancerose in circolo.
Ci vorrà comunque ancora qualche anno prima di poter dire definitivamente addio alla amniocentesi, considerata l’esame che fornisce informazioni più certe riguardo alla salute del feto.
L’amniocentesi, però, è un esame molto invasivo che comporta dei rischi reali, stimati intorno all’1%, di andare incontro a un aborto.

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