Un bimbo mai nato

Aborto4.jpg

 

Ricordo come fosse ieri la gioia che provai quando rimasi incinta per la prima volta, quella lineetta rosa che diventava sempre più scura, io e il mio compagno che ci guardavamo increduli, il nostro sguardo sincero che si abbassava, quasi con pudore, io ancora incapace di realizzare che presto sarei diventata madre e insieme saremmo diventati genitori.

Un brivido ci percorse la schiena, il pensiero che il nostro piccolo cucciolo sarebbe stato con noi ci galvanizzava e insieme ci faceva fantasticare su cose banali e ovvie, come se questo potesse allontanare quella piccola paura del futuro che nasce in ogni coppia che scopre di aspettare un figlio.

Si scherzava sul fatto che il naso della mamma sarebbe stato meglio di quello del papà, che sarebbe stato bello con gli occhi azzurri e i capelli ricci, ci si diceva chissà se sarà femmina o maschio, chissà… chissà… chissà come sarebbe stato.

Io lo vedevo già, abbandonato tra le mie braccia, vedevo me stessa diventare madre e vedevo il mio compagno che, con un po’ di timore e tanta gioia, guardava al futuro con un po’ di ansia da genitore.

Finalmente questa sensazione di diventare madre stava prendendo un senso, lui si sarebbe accoccolato tra di noi e ci avrebbe guardato con quegli occhioni grandi come quelli di papà, con quel sorriso sincero, con quella bocca uguale alla mia.
In alcuni momenti il desiderio era talmente forte che ne sentivo il profumo, come quando si ha fame e la casa odora di pane fresco e lievito; ne sentivo la presenza, come quando si desidera ardentemente qualcuno, tanto da sentirne i passi vicino a sé.

Mi sono sentita madre dal primo istante, ma purtroppo questo piccolo esserino non ce l’ha fatta e a 3 mesi dal concepimento è morto dentro di me, e io sono un po’ morta con lui.

L’angoscia quando mi dissero che il battito non c’era più fu devastante, lo ricordo ancora come se fosse avvenuto ieri, come un giramento di testa, uno svenimento e poi quel nodo allo stomaco, quei pianti a singhiozzo che mi scuotevano l’anima perché il mio bambino non era più con me, mi davo tutte le colpe del mondo perché mi sembrava di non essere stata una buona madre in partenza, avrei dovuto capire che c’era qualche cosa che non andava e invece non avevo dato peso ad alcuni malesseri. Ecco come mi sentivo, svuotata, sola, triste e terrorizzata dal fatto di non saper mettere al mondo un figlio.

Settembre arrivò, pensai alla data presunta per il mio parto, un senso di pesantezza e di nausea, di nuovo quel giramento di testa, il mio pensiero va a quel piccolo esserino che avrebbe dovuto essere tra le mie braccia, ma settembre un regalo me lo fece, mi portò il dono più bello del mondo, un altro test di gravidanza positivo.

Ero nuovamente incinta, un altro cucciolo cresceva nel mio ventre, una bambina! E una gioia immensa mi fece tornare la voglia di vivere. 

Il 27 aprile 2004 nacque Alessia, diventammo genitori e poi il 20 luglio di due anni dopo nacque Chiara; ma la mia testa ogni tanto corre indietro, a pensare che con Alessia e Chiara poteva esserci lui, il mio terzo bimbo mai nato.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.