08 luglio 2008

belgrado_19_giu_010_535.jpgDi tutto un po’.
Sono tre giorni che mangio mini croissant. Il quarto giorno mi accorgo che sono prodotti in Russia, la cosa mi provoca una certa apprensione…

In qualsiasi bar, pub o ristorante il piatto forte è la pizza: se solo sapessero l’effetto che fa vedere la foto di quell’accozzaglia di roba colorata, ad un vero conoscitore di pizza, la nasconderebbero all’istante.

Chi vive qui, vive bene, ma secondo me non se ne accorge. Ho trovato una civiltà e un’organizzazione che in Italia neanche se la sognano. Per non parlare dei sorrisi e della disponibilità.

Il pareo non esiste, non è contemplato. E putroppo hanno ragione loro.
Mai viste gambe più lunghe, pance più piatte e sederi più sodi.

Non c’è turismo, il turista non è una specie in via di estinzione, non è proprio mai esistito. Ed è un peccato perché le strutture ci sono, i bei posti pure.
Gli alberghi ottimi a poco prezzo e l’inglese lo parlano tutti: se chiedi loro, timidamente ti dicono little bit, ma poi anche il cameriere della bettola più sperduta o il giostraio ti parlano correttamente come neanche le laureate italiane dopo 15 anni di inglese scolastico (ogni riferimento è puramente casuale) saprebbero fare.

Trascorrere le vacanze in questo modo è stata l’idea migliore che potessimo avere.
La famiglia ne sta acquistando in solidità e affiatamento. Le bimbe hanno scoperto di avere una figura di riferimento che si chiama papà, finora relegato al ruolo di "Me lo compri papà".
Il papà non è più quello buono, che torna quando dormono e accondiscende a tutto.
Il papà adesso prende posizione perché ha capito con chi ha a che fare.

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