Jacopo Auguri

mani.jpgÈ arrivato così, stanotte, verso l’una, come 5 anni fa:
"Mamma, non me la sento di festeggiare il compleanno, sono troppo stanco"
"Ci pensimo domani amore, vieni qui a coccolarmi un po’ "
e siamo ancora qui, lui aggrappato a una mia gamba
con quella manona gigante a cingermi la vita.

Questo è il periodo delle troppe emozioni per lui,
e non ha voglia di gestirle,
non ha voglia di essere vulnerabile quando sentirà cantare tanti auguri,
non ha voglia di attendere Santa Lucia,
non ha voglia di salire sul palco a cantare,
forse per qualche giorno potrebbe ricominciare a balbettare.

Così è Jacopo.

È quello che se non sta bene e gli preparo un tè caldo mi dice che sono troppo carina e mi guarda compiaciuto,
è quello che ogni giorno mi racconta che sua sorella è esattamente quella che voleva, così dolce e piccolina,
Adora una bambina della sua classe, gli ho chiesto perché:
"Perché è timida mamma, si nasconde e sorride a dire presente e ha una vocina a bassa voce".

Però se fa il carico di emozioni mi chiede una tregua,
ha bisogno di rifugiarsi nei suoi "affetti certezze",
restringere il cerchio,
ritornare qui, fra le mie cosce e il mio ventre.

All’inizio cercavo di forzare la mano,
non so se per compiacere me o lui,
mi pareva corretto imparasse a gestire anche le emozioni forti,
a viverle con piacere,
a "sopportare" quell’onda di felicità inebriante che fa capolino così raramente nella vita,
ma lui non vuole
per ora non vuole
non gradisce le sorprese
non ama l’attesa
non vuole essere al centro dell’attenzione se non la nostra,
vive così, defilato dai grandi spostamenti del cuore.

È da sempre bravissimo a esprimere le sue emozioni,
quelle che si ripercuotono sul corpo.
Quando è malinconico mi dice che le lacrime gli pungono gli occhi,
se è triste che in gola ha un sasso che non lo lascia respirare
se è troppo felice che il cuore s’è messo a fare il pazzo e ha paura che gli esca dal petto.

Poi stamattina sarà tutto diverso perché è un "bambino ragionevole" (che pare un ossimoro),
io gli chiederò se vuol rimandare la festa e lui mi dirà di no
anche per paura di deludermi.
Gli farò il discorsone del "devi fare quel che vuoi che la festa è la tua"
ma lui non rimanderà
e si divertirà pure
e stasera a festa passata mi dirà che è stato il giorno più bello della sua vita.
Stasera lo potrà dire, archiviata la giornata, vissuta l’emozione.

Oggi compie 5 anni,
ha voluto la torta con Babbo Natale,
niente Gormiti,
niente Dragon Ball,
niente Uomo Ragno,
quest’anno Babbo Natale,
perché non vuole fare come i suoi amici
vuole qualcosa di diverso.

E io sorrido.

Auguri amore mio,
oggi ti terrò la mano sotto il tavolo mentre ti canteranno tanti auguri
e i tuoi occhi pungeranno
e il tuo cuore scapperà dal petto.
Hai tutto il tempo di imparare che è bello lasciare che pungano
che è bello fare il pieno d’amore e felicità da far impazzire il cuore,
ora rimani qui
aggrappato alle tue certezze.

La tua mamma

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