Due bambine

 
                                           
Vi riporto pari pari una cosache ho scritto nel mio diario due mesi fa, dopo aver scavato un po’ infondo a me stessa. Un po’ mi viene da sorridere perché è come se fossiandata da uno psicologo, cioè alla fine per capire il presente horipescato cose dal mio passato, anche piuttosto remoto, e devo dire chequalcosa ho trovato…
Ho trovato una Ale bambina un po’ triste, devo dire. Ho tuttastampata nella testa una lettera da scrivere ai miei genitori alriguardo, solo che ancora non ho trovato il coraggio di scriverla. Infondo so di doverlo trovare, perché credo che avremmo tutti da guadagnarne. Lo troverò, per ora vi racconto cosa ho scoperto.

Ho scoperto che in casa attualmente ci sono due bambine, una è Viola, mia figlia, l’altra è quell’Alessandra bambina che ancora richiede qualche riscatto diaffetto. Ho scoperto che si somigliano paurosamente e mi sonospaventata moltissimo. Perché ho anche scoperto che la Ale bambinatentava di riscattarsi sulla Viola bambina. Fortuna che c’è anche unaAle mamma!

12 febbraio 2008

(…) Questa sera ho unpensiero grande e pesante come un macigno che mi gira nella testa. Ieriho picchiato Viola. Lo so che è esasperante, io sono stanca e stressatae nervosa, insomma ho qualche attenuante. Ma non bastano tutte leattenuanti di questo mondo.
La realtà è che lei è il mio specchio. Lei mi somigliaspaventosamente e questo mi fa paura. Lei ha fame di amore e diattenzioni, è insicura e necessita di rassicurazioni continue, ha pauradi rapportarsi con gli altri, anche se dentro lo desidera. Io sonosempre stata così. Mi ricordo bene tutto il tempo che ho passato dapiccola a pensare che la mia mamma non mi volesse bene. Ricordo leinsicurezze, la paura di sbagliare. Ricordo i rimproveri, e nemmeno unalode, e sì che pare fossi una bambina abbastanza buona! Ricordo lapaura di non essere accettata. Ricordo che per paura di sbagliare,piuttosto non facevo nulla; per paura di un rifiuto, piuttosto me nestavo da sola. E poi piangevo perché ero sola.
Viola è piccolina, ha ancora tempo per crescere e mi auguro che cambi.
Speravo tanto di poterla aiutare. Speravo che, capendola, sarei statacapace di agire diversamente da come hanno fatto i miei con me, ditrasmetterle amore e comprensione e poterla accompagnare verso unamaturità più sicura e più felice. Invece non ne sono affatto in grado.Anzi, capita esattamente l’opposto. Invece di aiutarla come so chedovrei fare, invece di amarla, coccolarla, rassicurarla, noncriticarla, accettarla, mi ritrovo a combattere contro di lei e finiscocol fare esattamente il contrario.
In realtà sto combattendo contro la bambina che ero io e che ancora sono. Solo che qui si tratta di lei.
Non posso aiutarla perché sono io da aiutare. Non riesco ad amarla come vorrei né arassicurarla perché non so come fare, perché per tutta la vita mi sonosentita poco amata e non so come si faccia a far sentire amata un’altrapersona.
La cosa mi terrorizza perché ora ho la responsabilità della vitafutura dei miei figli e mi strazia il cuore pensare che da grandipotrebbero essere infelici come lo sono io ora per questo, chepotrebbero a loro volta non sapere amare perché non sono stati amati totalmente da piccoli.
E quindi ho deciso che da oggi si cambia.
Ho qualche buon proposito da mantenere, tanto per cominciare.
Devo ricordarmi di dire spesso ai bambini che voglio loro bene, perché so quanto è triste non sentirselo dire quasi mai e quanto invece è bello saperlo.
Devo coccolarli e non rifiutare attenzioni con scuse varie tipoautonomia, educazione o che so io, perché non si sentano rifiutati.
Devo cercare di non criticarli perché abbiano fiducia nelle loro capacità.
Devo lasciare che manifestino tutti i loro sentimenti, anche se in modi non piacevoli, cercando solo di indirizzarli verso forme migliori, ma senza per questo impedirne l’espressione, perché non smettano di farlo e imparino a comunicare.
Devo rispettare qualunque loro sentimento, perché non se ne vergognino mai (…)

Due mesi dopo

Oggi Viola è un’altra bambina. So che esistono "fasi" che vanno evengono, ma nel mio cuore so che tutto questo non è stata una fase. Eraintrattabile, piagnucolona, asociale, e a volte manifestavacomportamenti da "stressata" trattenuta, scusate ma non so spiegarlomeglio.
Ho ancora tanta strada da fare, ma ho iniziato a camminare lungoun sentiero che prima neppure vedevo, pensatela come volete, avevoil prosciutto sugli occhi! E lei è sbocciata come un fiorellino.Capricci normali, pianti normali, gioca con qualche bimbo (nonesageriamo con la socievolezza, ma per lo meno non li insulta!), mi dice che "è emozionata" quando pensa a me, e sorride tanto, ma tanto di più.
Accanto a lei ci sono io, e la tengo per mano. Questa volta forse lo faccio per davvero.
E nell’altra mano, la mano della Ale bambina. Chissà che al fondo diquesto sentiero anche quest’altra bambina non mi sganci un sorriso.

 

Thread pubblicato sul forum di noimamme.it  il 7 aprile 2008

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