No Martini No party – George a Sulmona

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George Clooney sta girando un film dalle mie parti.
E quando dico "le mie parti", non intendo dire in Italia o in Abruzzo.
Intendo dire proprio qui: Sulmona, a Vittorito e altri paesini limitrofi.
George gira tranquil-tranquilletto per la città con la "sua" Elisabetta.
Poco fa ho avuto occasione di vedere un set: piazza Garibaldi in un giorno di mercato, esattamente divisa in due. 
Da una parte i banchi che hanno accettato di comparire nel film (250 euro di mancato guadagno e 70 come comparse), dall’altra chi pensa di guadagnare più di questa somma e quindi non ha accettato.
Ovviamente hanno accettato tutte le contadinelle senza neanche il banco: quelle con le cassette di legno poggiate a terra e la bilancia di ferro…
Che tenerezza vederle compunte, con la loro verdura più bella, vestite come tutti i giorni, ma non proprio.

 

 

E sì: perché se la direttiva era "vestitevi come sempre", non si può rimanere indifferenti di fronte ad un evento speciale e così oggi le maglie di lana non avevano i pallini e non erano infeltrite, i capelli erano in ordine e senza gli antiestetici fazzoletti paraspifferi e le ciabatte vecchie, ma non bucate.

La frase che si sente dire più spesso in città è: "Io George ce l’ho a casa… che me ne faccio di quello!"
Beh, a me mio marito piace, ma non è George.
Amo e stimo mio marito, ma lui non è un attore.
Ciò che mi piace di Clooney è che non si è mai "dato" a filmucci (ed infatti io, nazional-popolare come sono, avrò visto sì e no due suoi film), e poi lo trovo bello.
Parliamoci chiaramente: anche io questa mattina ero fra le carampane che volevano vederlo.
Già mi vedo con la mia crocchia bianca, davanti al camino con i miei nipoti, dire: "Nel 2009 incontrai George Clooney!"
Era un’impresa difficile in quanto ogni capannello di persone poteva essere quello giusto, per non parlare della controfigura che andava in giro e che, col suo capino brizzolato, ci depistava.
Dopo un’ora di vane ricerche, ho sentito un brusio eccitato, come quando la mattina di Pasqua esce dalla chiesa di san Filippo la statua della Madonna.
Corro verso il brusio e chiedo a uno della security:
"Ma c’è?"
"Sì: lo vedi?"
"No…"
"Ma come no! Sta lì: fa gli autografi!"
"Ma dimmi com’è vestito!"
"Completo grigio!"
Lo vedo e… corro, circumnavigo tutte le casalinghe semi-disperate, mi arrampico sulla ringhiera delle scalette di marmo e, mentre lui le sale io grido: "Giooooouuurg!"  
Gli faccio una foto col mio Nokia sgangherato, infilo una mano nella borsa ed estraggo la prima cosa che mi viene in mano per farmela autografare.
Et… voilà! Ho la fotocopia della mensa scolastica, decorrenza gennaio 2010, autografata da George Clooney (oddio, autografata è un parolone: c’è scritto GG, con un tratto market nero di cui era prontamente munito).
Che dire? È bello… è sempre meno brizzolato e sempre più canuto. Ha questi tratti regolari, questa pelle color lampada.
Non è certo l’uomo più bello che io abbia mai visto, ma sapere che ama l’Italia, che magari spende un po’ dei suoi soldi nel nostro paese, vederlo così disponibile ad accontentare ‘ste quattro sceme che siamo…
Mi è piaciuto: come persona intendo.
Gli boccio solo il look: giubbottino grigio, polo grigia, capelli grigi… che noia!  
Fossi in lui mi vestirei più sportivo, più "uno di voi" (George, ti voglio in jeans, giacca e camicia).
Spero di riuscire a vedere anche la Canalis in questi giorni.
Di lei si dice che sia bassa, anoressica e smunta. Io vorrei dirle "Sei bella".
Di loro si dice che Clooney sia gay e che il loro amore è tutta una farsa. Io vorrei dire loro "Siete una bella coppia".
Ne conosco tante di coppie-farsa di cui nessuno osa dire niente. Io a ‘sti due auguro tutto il bene del mondo, come a ogni coppia felice che calpesta questo mondo strambo.
Come si dice sempre?
Se son rose fioriranno.

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