3 ottobre 2008: la prima ecografia e i primi spaventi – Sole

ecomirkosole.jpgTre giorni dopo aver scoperto che ci sei mi sveglio con delle perdite di sangue non abbondanti ma per me preoccupanti.
Sveglio tuo padre e andiamo all’ospedale.
Mi fanno fare un test di gravidanza che risulta negativo e il mio cuore manca un battito (ancora adesso mi domando come potesse essere negativo).
Però per sicurezza mi fanno anche gli esami del sangue e mi mandano afare l’ecografia da cui purtroppo non si vede ancora niente.
La dottoressa non mi butta giù ma nemmeno mi dà false speranze.
Potrebbe essere una gravidanza normale, una extrauterina oppure un aborto. È troppo presto per sapere. Mi chiede però di tornare dopo due giorni a ripetere gli esami per vedere se l’ormone della gravidanza cresce normalmente.

Quando torno a casa l’umore è basso ma le perdite sono cessate. Hoancora un test di gravidanza perché dopo il primo, per essere sicurasicura, ne ho fatto un altro.
Lo faccio prima di infilarmi sotto la doccia.
È positivissimo. La cosa mi dà speranza.
Mi metto nel letto, ho intenzione di riposare per un paio di giorni. Ilsabato torno a fare gli esami e mi metto in attesa della chiamata della dottoressa.
Mi chiama soltanto il mercoledì, io sono un leone in gabbia, quando mi chiama tremo, poi mi legge i risultati: le beta sono passate da 345 a823, va benissimo. Tiro un sospiro di sollievo, ho anche qualche perdita ma mi dice di stare tranquilla e di tornare dopo tre settimane per un’ecografia di controllo.
Prenoto la visita per il 3 ottobre, è un venerdì e l’ho scelto appostaperché, comunque vada, voglio avere il week end davanti a me. Quel giorno sembra non arrivare mai.

Il giorno prima mi viene da piangere per ogni cosa, anche se ci sono tutte le NoiMamme che pensano a noi io ho paura, ho paura che mi dicano che non ci sei, che non c’è niente. Quella notte dormo poco e male.
Ecco, è arrivato il momento. È oggi. Tra un mese esatto compirò 31 anni.
Abbiamo appuntamento alle 7.30, quando ci alziamo tuo padre mi coccola,parla con la pancia, l’accarezza. Ci prepariamo, scherziamo, mi fa ridere.
Usciamo di casa, mi sento leggera. Lui mi fa ridere ancora. Prendiamo un taxi e arriviamo in ospedale, continuiamo a ridere per stemperare la tensione forse ma anche perché le risate sono il leit motiv del nostro rapporto.
La dottoressa mi chiama, entro e mi chiede se voglio che venga anche tuo padre, dico di sì. Entra anche lui, ha lo sguardo curioso ed ètranquillo, è certo che vada tutto bene.
La dottoressa accende l’ecografo, guardo lo schermo ma non capisco nulla, è tutto grigio.
Lei dice che c’è un bimbo, si sta sviluppando bene, ecco il cuore.
Io non vedo nulla ma mi fido, mi scende una lacrima di sollievo ma poimi metto a ridere. Chiediamo se è uno solo e ci dice di sì, è uno soltanto. Tuo nonno Ivo e il tuo prozio Gianni sono gemelli, per cui la possibilità che la seconda persona dal singolare tu passi al plurale voi c’è. Ma per fortuna sei solo tu.
La dottoressa mi fa vedere la testa, il corpicino… niente, io non ti vedo. Tuo padre sì.
Mi fa vedere il cuore… niente, non vedo nemmeno quello. Poi lo colora di rosso e blu e allora lo vedo, un puntino che batte forte. Sei tu.Sei tu dentro di me. Tu che sei un po’ me e un po’ Mirko ma che alla fine sarai solo tu.
Mi giro, accarezzo il viso a tuo padre, quanto lo amo.
Mi giro di nuovo verso lo schermo. Va tutto bene. Sei lungo 2,12 cm e sono sicura che tu sia bellissimo, se solo riuscissi a vederti in mezzo a tutto quel grigio forse lo saprei.
Usciamo dall’ospedale, mi sento leggera, ridiamo ancora. Ci sei, stai bene, sono passate 9 settimane, sta quasi per finire il primo trimestre e io mi sento finalmente tranquilla e incomincio a godermi questa gravidanza tanto desiderata. Mangiamo un croissant e poi ci separiamo per andare a lavoro. Cammino, l’aria fredda sul viso e il sorriso difelicità.
Oggi a Dublino c’è il sole e mai prima d’ora mi è sembrata così bella.

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