La nascita di Carla

carla.jpgMercoledì 3 dicembre, era un mercoledì come tanti. Il mio pancione era al solito posto e avevo mandato un sms alla mia gemellina di ddp, Cecilia: "Meno 25 e tutto tace. Vado al cinema…".

L’unico segno premonitore, valutato a posteriori, è stato che quel mercoledì 3 dicembre avevo avuto l’esigenza di creare una conclusione per il "C’era una volta". Avevo pensato di stilare una versione "mia", chiusa, da leggere alla pulce e lasciare così che ogni mamma ne creasse una per sé.
Avevo creato una conclusione per "pulce Carla" e una per "pulce GianGiuseppe", però tutta la mia carica di fantasia si era esaurita per Carla e così il finale, qualora fosse nato GianGiuseppe, era un po’ più magro: era Carla che, rinunciando a scendere nel Mondo Rotondo, chiedeva alla sua pulce fratellino di lasciare Incanto.

Siamo andati al cinema (Love actually), ero stranamente insofferente, non trovavo una posizione comoda, all’una eravamo a casa.
Alle 3 mi stavo alzando per andare al bagno, ma mi sono sentita inondare. Ho chiamato Gianni: "Gianni, controlla: ho rotto le acque?".
Non dimenticherò mai la sua faccia assonnata: "Sì, non ti muovere, faccio tutto io".
Ha messo le ultime cose in valigia (comprese le tutine della pulce, quelle di SEI mesi!!!), mi ha vestita e molto tranquillamente ci siamo avviati in clinica. Non avevo nessun dolore, solo una strana sensazione di freddo.
Alle 4.30 eravamo in clinica (avevamo anche sbagliato strada). Mi hanno visitata, avevo una dilatazione di 4 centimetri e solo un leggero dolore.
Ci hanno sistemati in sala travaglio. Avevo Gianni vicino e questo per me era praticamente tutto.
Quando ho consegnato le tutine, quelle giganti di 6 mesi, mi sono resa conto di ciò che stava succedendo. Stava per venire al Mondo.
I dolori, spontaneamente, sono iniziati di lì a poco, forti, ogni tre minuti, mentre Gianni, a ogni contrazione, mi chiedeva: "Lo facciamo subito un altro, vero?!".
Alle 6 abbiamo chiamato i nonni e siamo andati in sala parto.
Vedevo l’alba nei momenti brevissimi di pace tra un dolore e il successivo. Era già un giorno nuovo con questa nuova vita.
Dopo poco più di un’ora, alle 7 e CINQUE, ho visto un pugno chiuso oltre il mio ventre, fra le mie gambe.
Era lei.
Gianni mi diceva: "È femmina", io guardavo quel pugno chiuso…
Il mio racconto finisce qui, perché non ho più parole umane degne di esprimere tutto quello che mi è passato dentro dopo quel pugno.
E non lo dico perché voglio chiudere, lo dico perché si sono accavallati una serie di pensieri, di emozioni, di paure, di gioie che sarebbe impossibile cercare di riprodurre con il vocabolario alla mano.
Carla è bellissima.
Ringrazio Dio per avermi resa protagonista di questo miracolo che si rinnova da millenni e millenni uguale a se stesso e sempre diverso.
Ringrazio Gianni perché è un essere speciale.
Ringrazio tutti coloro che hanno accolto questa creatura come un dono immenso.
Ringrazio mia madre perché è a lei che ho pensato quando credevo che il dolore non fosse alla mia portata.
Ringrazio mio padre perché in quel bigliettino, fra i fiori, ho letto: "Dico a Carla di essere contenta di avere una mamma come te".
E ringrazio voi, perché a mezz’ora dal parto avrei voluto un computer e un collegamento a Internet: sapevo che sparsa ovunque c’era una folta schiera di donne, di amiche, pronte a condividere con me questa emozione.

Vi bacio, forte.
Teresa e la sua Pulce Carla +8

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