24 aprile 2009

Oggi è tosta.
Due scosse forti.
Il bello è che io non le ho sentite.
Poco fa mi ha chiamata mia suocera.
Pensavo stesse male il marito, invece ci ha chiesto se eravamo scappati.
Ecco.
Come dormo ora io?
A me non interessa dormire.
Io voglio solo rimanere viva.
Ve lo giuro.

 

Alla radio dicono che è normale..
Ma a me un vigile del fuoco ha detto che è strano che, ogni tanto, dà una bottarella più forte.

Il fatto è che questa zona è piena di faglie, quella che interessa noi è quella del Gran Sasso…
il terremoto è come un domino: si rompe una faglia qua e magari se ne incrina una di là.
È per questo che abbiamo l’ansia: quando l’epicentro non è L’Aquila e il grado si alza, a noi sale il cuore in gola.

Ho litigato con Matteo.
Io dormirei a testa in giù in verticale su una mano.
Per tutta la vita.
Lui dice che non possiamo scappare per tre mesi,
perchè le scosse di assestamento sono previste per tre mesi.
Beh, io lo farei.
Dice che dormire vestiti o in pigiama non cambia nulla,
perchè fra due scosse passano almeno dieci minuti
e si fa in tempo a vestirsi e scappare.

Ma se abbiamo smesso di scappare!
Come è brutto sentire i motori degli altri rombare nelle strade
e dare invece il bacio della buona notte ai propri bambini.
Qui la gente è ancora nel panico.
La tendenza è quella di condurre una vita normale di giorno,
ma dormire fuori la notte.
Matteo non può dormire tre mesi in macchina.
Lui lavora 10 ore al giorno.
Deve distendere la schiena.

Dice che se vogliamo davvero scappare dovremmo andare a vivere in Sardegna.
Che a Sulmona il terremoto può esserci ora o fra 100 anni.
Che non è cambiato niente, se non la nostra paura.

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