Chi è la primipara attempata?
Fino a qualche decennio fa, tale veniva definita anche la malcapitata che iniziava la sua avventura di mamma a un’età che attualmente è nella media nazionale. Oggi è un termine desueto che Anna Magli usa quasi per gioco, nel suo breve romanzo "Mammina vecchia fa buon brodo", onde raccontare le quarantenni per caso o per scelta precipitate nel vortice della prima maternità. Un vortice fatto di molte gioie e qualche affanno, le une e gli altri dipinti con ironia.
Come il mancato arrivo del fratellino, che la nostra mammina stagionata, piena di energia e disponibilità, affronta aprendo le porte della sua casa ad amici grandi e piccini, in una nuova dimensione di famiglia.
Al pari di altri libri affini cerca di divertire, cosa che si intuisce già dalla grafica della copertina simile a quelle dei romanzi della Kinsella, ma per fortuna si guarda dal consigliare le proprie soluzioni come universalmente valide, e soprattutto si concede alla tenerezza. Come nella descrizione del rapporto con la baby sitter, o nei ringraziamenti di Anna Magli alla propria madre, a suo tempo primipara attempata quanto lei, o come in queste parole: "Ogni gravidanza ha la sua storia, un lungo racconto di sensazioni e sogni a occhi aperti. Le mamme tardive di storie ne hanno spesso più d’una, magari anche dolorosa. Ma nello stato di grazia in cui vivono queste mammine stagionate, tutto è meravigliosamente tollerabile perché c’è consapevolezza di un dono prezioso, di un regalo arrivato dopo Natale, quando tutti quanti hanno già aperto il loro e il tuo è ancora lì intatto, pronto per essere scartato".